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GAZZETTA DELLO SPORT Botti a salve

Marco Borriello

(L.Bianchin) Il mercato certe sere somiglia a un film di spie e affari internazionali, in cui la soluzione si nasconde nell’ultima scena. L’ultimo giorno di trattative può regalare l’ambientazione perfetta, soprattutto se c’è la possibilità di chiudere un affare anche quando è buio, fino alle 23. Ieri sera è successo. Borriello, Gilardino e Quagliarella sono andati a tanto così da cambiare squadra, secondo il piano noto dalla scorsa settimana: Gilardino alla Juve, Quagliarella alla Roma, Borriello al Genoa.

Maxi meeting La scena madre del film all’ora dell’aperitivo. Marotta, a.d. della Juve, e Sabatini, d.s. della Roma, si sono incontrati intorno alle 19 in un hotel del centro di Milano con gli agenti dei tre giocatori. Mancava solo il Genoa perché il presidente Preziosi attendeva altrove l’evolversi della situazione, pronto a salutare Gila e a ridare la maglia da centravanti a Borriello. Tiberio e Carlo Cavalleri, agenti del mancino della Roma, hanno parlato a lungo con i dirigenti arrivati dalla capitale, mentre Bozzo, procuratore di Gilardino e Quagliarella, uno degli architetti dell’operazione, sfogava la tensione camminando nella hall e parlando al telefono. Poi si è capito: c’era un problema che riguardava proprio la Roma e la formula dei trasferimenti, oltre alla volontà di Gilardino di giocarsi un posto al Mondiale come titolare del Genoa. Anche le cifre hanno inciso almeno un po’, anche se forse non in maniera decisiva. Borriello in giallorosso guadagna oltre 4 milioni a stagione, contro i 2,8 sul contratto di Quagliarella e gli 1,8 milioni garantiti a Gilardino. Inoltre, la Roma avrebbe acquisito un calciatore a titolo definitivo (Quagliarella) mandando Borriello in prestito per un anno al Genoa. Con il rischio di trovarsi tra dodici mesi con il cartellino e soprattutto lo stipendio di entrambi da gestire. Da qui una prima fase di stallo: i protagonisti si sono salutati e Bozzo è stato il primo a commentare. «Proveremo a trovare un accordo fino alle 22.30». Mentre Sabatini e l’a.d. della Roma Fenucci lasciavano l’hotel, ecco un’altra frase indicativa: «Il problema? Ci sono troppe teste da mettere d’accordo». Il 3×3 in effetti sarebbe stato un affare con pochi precedenti, più da basket Nba che da calcio europeo.

Da tre a due Eppure tutti avevano un buon motivo per chiudere il maxi incastro. Gilardino poteva tornare in una grande dopo la Champions vinta al Milan, Borriello sapeva che a Genova avrebbe avuto più minuti e affetto, Quagliarella si sentiva chiuso nella Juve di Conte. Per questo, intorno alle 21 è stato fatto un ultimo tentativo per chiudere il maxi incastro. Saltato presto per decisione della Juventus, che ha tolto Quagliarella dal mercato, un po’ per le (troppe) difficoltà della trattativa, un po’ per decisione di Marotta e Conte, non disposti a sacrifici eccessivi per liberarsi di Quagliarella. Un giocatore comunque apprezzato e considerato ancora utile. La Juve ha chiuso così il suo mercato, con lo scambio di comproprietà Marrone-Berardi con il Sassuolo come ultima mossa: una (indicativa) scommessa sul futuro.

Il finale Nel copione del film, a questo punto, restavano Gila e Borriello, i protagonisti originali, vicini a scambiarsi la maglia già settimane fa. Lo scambio è tornato di moda in extremis, più o meno dalle 22 alle 22.30. Non in un albergo, non in sede ma… in un ristorante. Gli agenti di Borriello e i dirigenti della Roma hanno cenato insieme, tra telefonate (agitate) con il Genoa e un senso di pessimismo crescente. Intorno alle 22.45, il verdetto: niente scambio, più o meno nei minuti in cui la Lazio tentava un ultimo assalto, fallito, a Quagliarella. Troppi i 6,8 milioni chiesti dalla Juve per il trasferimento a titolo definitivo. Tentare di cambiare tutto per non cambiare niente. E a gennaio, se capita, si ricomincia.

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