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CORRIERE DELLO SPORT Il residuo eccitante del derby

Totti

(G. Dotto) – Ero lì tutto ispirato a scrivere l’elogio del marocchino, che spaventa per come combina tocco e muscolo, per come anticipa e spazza, quando lo vedo, Benatia, che mi parte da dietro bello, sinuoso, che pare il miglior Zidane, ondeggia, se ne beve uno, due, tre di blucerchiati, cade in area e quando già imprechi perché quello non dà il rigore, lui da terra allunga la zampa e trova l’angolino. Roba e Roma mai viste. Mai vista una partita così da dieci, come quella di Benatia ieri sera, crampi inclusi a eroicizzare tanto capolavoro (…)

La quinta record arriva ma che inferno! Erano belve quelli della Samp. La quinta è sempre la più travagliata, fu così anche per Beethoven. Solo che la sua comincia allegra con brio, mentre l’orchestra di Garcia parte al solito andante, per non dire lenta. Sarà anche a Marassi lo schema di sempre: primo tempo da pensieri cupi e secondo da pensieri lupi? Ebbene sì, sarà così, marchio di fabbrica. Ce li lessiamo nel primo tempo, li spolpiamo nel secondo. La disgrazia di questi tempi in casa romanista è l’ingordigia. (…)

La disgrazia di quando vinci è che prima o poi dovrai smettere di farlo e ieri sera sulla panchina della Samp masticava ossesso il boxeur Delio Rossi, uno che quando vede giallorosso diventa guercio e deforme come Popeye per la rabbia. Lui in panca e De Silvestri in campo sono residui eccitanti di derby. Risultato finale incluso. Ci rassicura l’amato Rudi in panchina, l’uomo che ci ha ridato l’orgoglio, totemico come Mao con il suo libretto rosso, scortato dall’altro totem, il capitano, lasciato rifiatare.(…)

Nemmeno a dirlo. Primo tempo a capire chi siamo e soprattutto chi sono. Sembra interessante a destra la catena Maicon-Marquinho ma Maicon si rompe e Marquinho mai così brutto, un’anima persa. A destra Balzaretti è ancora sotto spirito derby e Gervinho non è solo casino. Va via bello su tutto il fronte. Strootman mena come un fabbro, ma fatica stavolta a trovare posizione, Pjanic è la solita piuma. Il peccato di accademia ogni tanto affiora, maledizione, dentro l’area. Borriello, baffetto alla Errol Flynn, distribuisce assist, non di genio alla Totti, ma di sponda. (…)

Si aggiungono segnali corveschi, l’infortunio di Maicon, Garcia spedito in tribuna, dove va a raccontarsi quasi tutto il secondo tempo. Dalle sue tasche sbuca di tutto, taccuini, cellulari, trasmittenti. Partono emissari come falchi verso la panchina. Delio Rossi mastica ossesso e guarda bieco il suo putto preferito, Ljajic, che se ne resta in panchina. La Samp si batte alla morte, ma la Roma pure, ed è questo che ci esalta, questo suo saper essere leggiadra e carogna. Il gol di Gervinho, credetemi, è orgasmo puro, ma ora mi rifiuto di guardare la classifica. Soffro di vertigini parossistiche.

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