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AS ROMA Marco Calvani (coach Virtus): “Una Roma spinta sempre e solo da Totti, ma non è eterno”

Calvani

Marco Calvani, coach della Virtus Roma che ha conquistato la finale di campionato ieri sera, dopo 5 anni, ha parlato della splendida pagina di storia scritta dai suoi ragazzi e dell’AS Roma, squadra di cui è grande tifoso:

Credo fortemente nella vittoria della finale. Sarebbe gravissimo se dicessi il contrario. Se fossi il presidente e un mio stipendiato non credesse in quello che deve fare, lo caccerei immediatamente. Dopo aver perso gara 5, a un minuto dalla fine i tifosi si sono alzati in piedi e ci hanno applaudito. Sicuramente ci riconoscono qualcosa. Non so in quanti credevano nella vittoria a Cantù. Dopo la sconfitta in casa, in gara 5, ho da subito detto che non calavamo le braghe, avevamo dimostrato carattere nelle partite fuori case, avevamo fatto risultato in 12 trasferte tra campionato, Coppa Italia e play off. Avevamo tutte le carte in regole per fare il colpo a Cantù. Abbiamo risposto sul campo con il successo”.

E’ bello vedere la sua partecipazione in campo.

“È uno degli elementi che fanno in modo di convincere la squadra a seguirti, a renderti partecipe di quello che stai vivendo. I giocatori lo fanno in campo, io sono fuori e cerco a mio modo di trasmettere non solo consigli tecnici ma anche aspetti legati alla motivazione e alla partecipazione”.

E’ stato importante anche il contributo del presidente Claudio Toti?

“Sono stati due i momenti importanti dopo gara 5. L’episodio appena raccontato dei tifosi in piedi ad applaudirci dopo il ko interno contro Cantù e il comportamento del presidente che poteva essere il più amareggiato per un sogno che si poteva concludere. Nonostante gli impegni che può avere un imprenditore importante, il giorno della partenza per Cantù Toti è venuto a salutarci, ci ha ringraziato per quello che avevamo fatto e ci ha ricordato che credeva in una nostra vittoria perché nell’arco della stagione abbiamo dimostrato di essere una squadra capace”.

Monte dei Paschi di Siena e Varese. Chi teme di più in finale?

“Sono due squadre brave e forti per cui se avessi potuto scegliere avrei optato per un altro avversario. Varese ha dimostrato di essere solida, ha tante frecce nel proprio arco, ha una panchina profonda. E’ una squadra costruita per giocare e arrivare a un risultato importantissimo, quello che onestamente, credo, non siamo noi. Siena ha dominato negli ultimi sei anni. E’ competitiva, ha fatto un campionato eccellente nonostante gli infortuni”.

Infine una domanda sulla Roma del quale lei è un grande tifoso. Cosa avrebbe trasmesso?

“Bisogna mettere mano dove finora nessuno ha voluto mettere mano. Se questa squadra, come ho visto nel derby di ritorno in campionato, deve essere spinta sempre e comunque da un giocatore incredibile come Totti è preoccupante. Totti non durerà, purtroppo, in eterno. Arriverà il giorno in cui il capitano deciderà di lasciare il calcio, e non c’è un’alternativa interna, un altro simbolo che prenda il posto di Totti. Totti è stato il prosieguo di altri giocatori che erano l’identificazione dei tifosi giallorossi. Oggi c’è solo Francesco ed è grave, la società deve preoccuparsi per tempo di dare un ricambio”.

Fonte: Radio Manà Manà

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