IL MESSAGGERO Cori razzisti a Balotelli. Squalificata la Curva Sud

Curva Sud

(A.Angeloni) – IL CASO – Diffida, squalifica. Il passo è breve. La Roma giocherà un turno di campionato, ovviamente il prossimo, con la Curva Sud chiusa. Chiusa per razzismo. Uno slogan che piace a Blatter, fautore di pene quasi capitali per i portatori (non sani) di razzismo; forse piace pure a Platini, che auspica da sempre provvedimenti contro i tifosi e non contro i club. In questo caso ci rimettono i curvaroli innocenti (magari quelli che domenica hanno ospitato Marquinhos, il calciatore più nero della Roma…) e la società stessa, non tanto colpita economicamente (gli abbonamenti per l’anno prossimo sono già stati vendita per diciotto partite casalinghe, non certo per diciassette), quanto nell’immagine, proprio quando aveva preso le distanze dai buu di San Siro lo scorso 12 maggio e dopo che domenica con il Napoli aveva fatto scendere in campo la squadra con t-shirt con la scritta «As Roma contro il razzismo».

CURVA CHIUSA IN CAMPIONATO – Stavolta la società giallorossa paga i buu fatti in contumacia a Balotelli, ovviamente protagonista a Siena e non all’Olimpico. Ma fa lo stesso: appena domenica è comparso il nome di Supermario – autore del momentaneo pari del Milan – sullo schermo dello stadio durante Roma-Napoli, è partito il coro: «Balotelli figlio di puttana, buu buu buu». Questa espressione insultante vale alla Roma anche cinquanta mila euro di multa. Stessa sanzione per l’Inter per gli stessi cori verso il milanista in occasione della sfida di domenica contro l’Udinese. L’Inter a cui era stata comminata la stessa multa per gli insulti nel derby con il Milan dello scorso 24 febbraio, ora entra in diffida. La Roma non pensa al ricorso ma vuole continua a prendere le distanze da certi episodi che finiscono con l’equiparare innocenti e colpevoli.

IL COMUNICATO BIS – Domenica scorsa la Roma aveva emesso un comunicato, che vale anche per questa occasione. Eccolo: «La Roma condanna ogni forma di abuso razziale. Questo tipo di comportamento da parte di qualsiasi tifoso, inclusi i nostri, è totalmente inaccettabile. Siamo impegnati ad affrontare con determinazione la questione con l’obiettivo di eliminare tale problema dallo sport e di promuovere il rispetto verso tutti»

NIENTE STADIO PER I CATTIVI – Il presidente della Roma, Pallotta, è tornato in Italia, ieri era a Milano per il convegno “Il calcio che vogliamo” e si è trovato in mezzo a discorsi di violenza negli stadi e razzismo. Proprio alla «vigilia» della realizzazione di un impianto di proprietà. «Tecnologie come il riconoscimento facciale – attraverso lo scanner del viso –permetteranno di riconoscere i cattivi e non farli entrare». Così, facile. «L’Italia tornerà a essere il paese numero uno. Quelli degli hooligans e del razzismo sembrano episodi isolati, che vanno fermati con sanzioni individuali», ha notato Pallotta. «È orribile che il campionato o la Roma si portino dietro la brutta reputazione per colpa di alcuni».

IL PRANZO CON AGNELLI – Il presidente della Roma ieri è stato a pranzo con Andrea Agnelli, proprio per confrontarsi sullo stadio, e domani presenterà il nuovo logo. La Juve già ha il suo impianto e a Pallotta piace, è un modello da seguire. «Negli ultimi venti anni gli Usa, oltre ai diritti televisivi, hanno scoperto come gli stadi possano contribuire agli introiti. Negli ultimi quindici mesi abbiamo lavorato alla costruzione dello stadio: sarà un impianto da 55 mila spettatori, con una parte da 15 mila posti operativa anche durante il resto della settimana, con negozi e campi di allenamento della prima squadra e delle giovanili, così da poter consentire ai tifosi di essere sempre presenti, non come succede adesso a Trigoria in cui si vedono centinaia di persone assiepate fuori dai cancelli solo per vedere se esce un giocatore e aspettare un suo cenno di saluto. Nel nuovo stadio i controlli di sicurezza avverranno soprattutto fuori, così che possa essere ripulito e accogliente per le famiglie che verranno a godersi le partite».

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