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CORRIERE DELLA SERA Poco Allegri, molto tesi

Massimiliano Allegri

(M. Colombo) – Settimana più surreale non avrebbe potuto vivere il Milan prima di arrivare alla gara di domani sera a Siena, snodo cruciale della stagione. Alla partita in cui i rossoneri si giocano la qualificazione ai preliminari di Champions League, gara che vale più di 30 milioni di euro, gli uomini di Allegri approdano dopo sette giorni di polemiche, pallonate, comunicati intempestivi, frasi bomba. Prima la lite fra Robinho e il tecnico in allenamento, poi l’intervista di Balotelli alla Cnn in cui minaccia di uscire dal campo per i buu razzisti (immaginatevi se prendesse un’iniziativa del genere nella sfida che può costare il mancato aggancio alla Champions), quindi il rilancio della candidatura alla panchina di Clarence Seedorf che giovedì ha fatto sapere di essere impegnato nel corso allenatori Uefa Pro. Per finire Silvio Berlusconi con una dichiarazione (mai smentita) ha movimentato la notte di giovedì confessando ai commensali nella cena elettorale per Alemanno: «Allegri andrà alla Roma, l’annuncio dopo Siena».

Bum. E domani il Milan si gioca l’Europa. In uno scenario siffatto, di confusione estrema, Adriano Galliani ha convinto Silvio Berlusconi a tornare oggi a Milanello per compattare il gruppo, mantenere alta la concentrazione e legittimare davanti agli occhi dei giocatori la figura di Massimiliano Allegri. Già, perché loro—come tutti i tifosi rossoneri— si chiedono: l’uscita del Cavaliere era una semplice battuta o l’anticipazione di un annuncio da diffondere la prossima settimana? Quale esito avrà quest’intricata vicenda? La rescissione consensuale del contratto o il prolungamento di un matrimonio che pur fra mille cigolii ha resistito anche alle intemperie delle cessioni dello scorso anno? Ogni finale è possibile in questa storia dove si intrecciano i destini di tre persone: un presidente che ha dimostrato di non avere feeling con un allenatore che non ha scelto e al quale contesta fra mille punture uno scarso spessore internazionale; un tecnico che da un lato vorrebbe restare a Milano (nonostante le offerte di Roma e Napoli, quest’ultima peraltro già declinata) ma con un prolungamento del contratto (in scadenza il 30 giugno prossimo) e una campagna acquisti di livello per soddisfare le ambizioni della società che punta allo scudetto e a un cammino più lungo e convincente in coppa; un amministratore delegato che non contempla l’arrivo di nessun tecnico (tanto meno di Seedorf, il pupillo di Berlusconi) al posto di Allegri, convinto di replicare ancora una volta il capolavoro di diplomazia del novembre scorso quando riuscì a far cambiare idea al Cavaliere, determinato a esonerare l’allenatore dopo la sconfitta interna con la Fiorentina. Di certo il diktat di Massimiliano Allegri diffuso a mezzo stampa (più giocatori e più forza contrattuale per rispettare l’accordo) ha indispettito la proprietà che ha considerato ricattatorie le pretese divulgate. Tanto più che giovedì pomeriggio Allegri era stato pubblicamente elogiato da Barbara Berlusconi nella riunione con i dirigenti aziendali davanti ai quali Barbara aveva sottolineato l’importanza del lavoro svolto dall’allenatore con i giovani, traghettandoli in un momento di difficoltà e transizione. Raccontano pure che giovedì nel corso del vertice il Cavaliere (poche ore prima della boutade) abbia fatto una telefonata cordiale all’allenatore. «Ogni tipo di valutazione sul futuro di giocatori e dell’allenatore si farà dopo la gara spartiacque di Siena» rilancia Galliani. Poi da lunedì il futuro è un’ipotesi. Allegri sarà a Coverciano per una lezione al Master: è curioso che tra gli allievi figuri Filippo Inzaghi, uno dei candidati a raccogliere la sua eredità. Seedorf, Van Basten, Donadoni, Costacurta, Rijkaard: la lista dei papabili alla successione si allunga.

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