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IL MESSAGGERO Tempo scaduto, Roma da rifare

Andreazzoli

(U. Trani) – La stagione della Roma solo apparentemente è appesa alla finale di Coppa Italia. Da conquistare a San Siro, mercoledì prossimo, nel ritorno con l’Inter battuta all’Olimpico 2 a 1. Ma il trofeo, da vincere nell’eventuale terzo derby stagionale, avrebbe solo l’effetto del riscatto da offrire alla tifoseria delusa. Perché non coprirebbe d’incanto le crepe che si sono aperte nella seconda annata della nuova éra. Anzi, se si sfruttasse l’effetto coppa, significherebbe perseverare. Perché oggi, e non domani, va presa di petto la deprimente situazione tecnica. La Roma (settima come un anno fa, con 1 punto in più, ma distante 10 dal terzo posto non sette come con Luis Enrique) è da ripensare a 360 gradi. Da rifare. Mettendo in discussione tutte le componenti, ampiamente coinvolte nella crisi: Andreazzoli è allenatore considerato di passaggio (quando ha ricevuto l’incarico, per iscritto sul comunicato del club è comparso l’avverbio «temporaneamente») e quindi bisogna subito assumere il nuovo; pochi i campioni in una maxi rosa di 26 calciatori e, per essere competitivi, servono interpreti di rendimento e di personalità e non comparse come si è visto nel derby; troppi i dirigenti che operano a Trigoria e che, nonostante le smentite di facciata, presentano la controindicazione di formare correnti pericolose che fiaccano l’ambiente sia all’interno che all’esterno.

ALLEGRI SFIDA BLANC – Baldini ha bloccato da mesi il tecnico del Milan, affascinato dal progetto e dalla piazza. Deve però essere Allegri a liberarsi, avendo ancora un anno di contratto con la società rossonera. Può farcela: Galliani sa che non sopporta più le critiche di Berlusconi. Il dg, dopo l’esonero di Zeman, contattò Blanc: l’ex ct dei Bleus disse no, contrario a entrare in corsa. Ora dalla Francia rilanciano la candidatura. All’estero piace pure Pellegrini del Malaga, già interpellato a febbraio. Un’ipotesi: ancora un anno con Andreazzoli, per prendere Prandelli dopo il mondiale 2014. Ma il ct azzurro non piace a Sabatini che ha la sua lista: Mazzarri, Pioli, Donadoni o Muzzi.

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Titolari e non alternative, per tornare in Champions: un portiere, due terzini, un centrale difensivo, un regista e un attaccante per sostituire Osvaldo in partenza. A parte Totti, Marquinhos, Lamela, Pjanic e Destro, tutti sono cedibili. Compreso De Rossi che ormai vive male la situazione più psicologicamente che tecnicamente. Gente pronta e non pischelli da svezzare. La paura dei mancati protagonisti nel derby non è da squadra di primo piano.

DIRIGENZA SOTTO ESAME – «Meraviglioso errore». Solo Baldini, prendendosi la responsabilità di aver portato Luis Enrique a Trigoria, si è parzialmente autorimproverato. Per uno stato di presunzione montante, non capita mai di sentire nessuno del management italiano, dal ds Sabatini all’ad Fenucci passando per il consigliere Baldissoni e tornando a Baldini, dire candidamente e semplicemente: «Ho sbagliato». Sul no a Montella, sulla scelta di Zeman, su acquisti/cessioni, sulla comunicazione, sulla Lega, sugli arbitri e sullo sceicco. Magari, informalmente, uno evidenza le gaffe dell’altro. La piscina usata da Pallotta potrebbe tornare utile: per un bel bagno di umiltà.

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