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IL MESSAGGERO Boniek: “La Roma rifiutò Lewandowski”

Robert Lewandowski

(M. Ferretti) – Zibì Boniek è il presidente della federcalcio polacca. «Per favore, da mercoledì sera chiamatemi solo presidente e lasciate perdere altre etichette», si raccomanda.

Tipo?

«Bello di notte, ad esempio».

E come mai?

«Dall’altra sera il nuovo bello di notte è il mio connazionale Lewandowski. Quattro gol in una semifinale di Champions è una cosa mostruosa».

Il fiore all’occhiello del calcio polacco.

«Uno dei primi dieci attaccanti al mondo. Anzi, forse Robert sta nei primi cinque. E, essendo giovanissimo, ha ancora ampissimi margini di miglioramento».

Lo vogliono tutti i grandi club d’Europa…

«E ci credo. Cinque anni fa io lo proposi alla Roma, ma non se ne fece niente…».

Prego?

«Sì, cinque anni fa, quando Lewandowski giocava nel Lech Poznan, ne parlai quattro, cinque volte con i dirigenti della Roma ma non lo presero in considerazione».

Con chi parlò esattamente?

«Lasciamo stare… Diciamo con la Roma e basta».

E quanto costava allora?

«Se tre anni fa è stato pagato circa 5 milioni dal Borussia, quando lo proposi alla Roma costava meno di tre milioni».

E oggi quanto vale?

«Più di trenta milioni, penso».

Chi glielo aveva segnalato?

«Non dimenticate che io, essendo il presidente della federcalcio, so tutto quanto avviene nel mio Paese. Di Lewandowski mi parlavano bene tutti, allenatori e dirigenti, e allora pensai di proporlo alla Roma. Non come procuratore o cose simili, da parte mia non c’era alcun interesse. Solo che essendo tifoso della Roma mi avrebbe fatto piacere vedere un bravo giocatore con la maglia giallorossa».

Invece non se ne fece niente.

«Niente. Non convinse».

Suggerisca il nome di un altro potenziale Lewandowski.

«Mariusz Stempinski, attaccante classe 1995 del Widzew Lodz. È in scadenza di contratto. Chi lo prende, fa un affare».

I talenti polacchi non mancano.

«Vero, ma giocano tutti lontano da casa. In Polonia ci sono grandi giocatori ma non ci sono grandi club, quindi quelli bravi emigrano; anzi, sono costretti ad emigrare. Scappano».

Fuori i nomi, Zibì.

«L’Arsenal ha due portieri polacchi, ad esempio: Fabianski e Szczesny; il Borussia Dortmund oltre a Lewandowki ha Blaszczykowski e Piszczek; l’Udinese sta mettendo in mostra un gioiellino che si chiama Zielinski; al Milan c’è Solomon che potrebbe, anzi dovrebbe fare il titolare. Però, il calcio italiano in Polonia sta perdendo molto appeal».

Traduzione?

«Molti giovani polacchi non mettono più l’Italia come prima scelta per la loro carriera. Preferiscono altri campionati, quello tedesco su tutti. Peccato. Io continuo a pensare che chi gioca bene in Italia, gioca bene in ogni angolo del mondo. E che non è assolutamente automatico il contrario».

Il calcio tedesco, vista la Champions, oggi rappresenta l’eccellenza.

«Il Bayern è già in finale; il Borussia non ancora… Il Real Madrid può vincere tre a zero? Per me sì».

Il fenomeno Borussia?

«La prova provata che le squadre non si comprano ma si costruiscono. Brava la società a scegliere i giocatori, bravissimo l’allenatore a farli giocare in quel modo. Li vedi partire, tagli, sovrapposizioni, intrecci… Sembrano le autostrade di Los Angeles…».

Il Bayern ha già cacciato Heynckes per far posto a Guardiola.

«Normale in Germania, impensabile in Italia dove nel calcio domina il chiacchiericcio da Bar del Tennis».

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