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GAZZETTA DELLO SPORT Roma capoccia Inter allo sbando. Fiammata nerazzurra, poi Destro è devastante. Capitale tutta in finale

Esultanza As Roma

(L.Garlando) Ci ha provato l’Inter e per una mezz’oretta, grazie a un bellissimo gol di Jonathan, è stata pure finalista di Coppa Italia. Ma alla distanza è venuta fuori la maggior qualità della Roma che il 26 maggio inseguirà la decima coppa nel suo salotto, nella cornice unica di un derby. Una doppietta dell’ex interista Destro ha ribaltato la notte. In gol anche Torosidis e Alvarez: 2-3 alla fine.

PIU’ DI COSI’… Impossibile chiedere di più a questa Inter. Stramaccioni ha faticato a metterne insieme 11 e nel riscaldamento ha perso pure Cambiasso. Aver mascherato per quasi un’ora la differenza d’organico e di valori è stato un merito. Poi però una Roma inizialmente indolente ha dato fuoco alle sue potenzialità, piene di futuro, è non c’è stata storia. L’Inter però non se la prenda solo con il destino baro. Riconsideri il primo gol di Destro che è pieno di significati. Il giovane Lamela si lascia dietro il vecchio Zanetti, che arranca e inciampa, e detta splendidamente in verticale per Destro. Al posto di Lamela l’Inter in Argentina scelse Alvarez. Sull’assist di Lamela, Destro, uno che l’Inter ha usato come merce di scambio, mette in rete e poi raddoppierà. Scelte di mercato sbagliate, mancato rinnovamento, la disastrosa gestione del dopo-Triplete, l’Inter paga tutto questo in questa disgraziata stagione senza più traguardi. Non solo la sfiga.

GUIDA ALVAREZ  Senza Cambiasso, tocca a Jonathan. E il tecnico nerazzurro ridisegna tutto così. Difesa a 4, con Juan Jesus che va a sbattere sul temuto Lamela, cui aveva già preso le misure all’Olimpico. Un passo oltre la diga, sta Kovacic a impostare ed alzare la palla con i suoi strappi. Quattro centrocampisti stesi alle spalle di Rocchi, ultimo rampollo di una stirpe all’Inter estinta: gli attaccanti. Schelotto, largo a sinistra, ha il compito di raddoppiare in marcatura su Lamela e poi di creare quello che può. In fase di possesso il peso della costruzione cade quasi tutto sulle spalle di Alvarez, in buona vena, che sgomma da destra per affondare o ispirare. Kovacic-Alvarez: è questo l’asse della speranza di Stramaccioni. Che però ha disegnato la partita soprattutto per narcotizzare la Roma: soffocarla con la densità del centrocampo, chiudere i corridoi al genio di Totti, intasare le fasce, impedire a incursori come Florenzi di imbucarsi. In due parole: fare giocare male la Roma, abbruttire la partita per compensare la disparità di valori e poi sperare nel colpo buono.

ROMA PIGRA  Il piano riesce e la Roma ci mette anche del suo, perché non si oppone al ritmo basso, fa pochissimo movimento senza palla e concede all’Inter un possesso sterile, confidando nel vantaggio e nel tempo che passa. Un errore. Perché contro un’Inter così disastrata, sarebbe più logico aggredirla per strozzare nella culla il sogno di rimonta. E invece Totti arretra per ispirare ma si ritrova chiuso in un gabbia di mediani; Lamela si lascia incatenare da Juan Jesus; Destro detta la profondità e nessuno ascolta. Tutto troppo lento: gambe, palla, idee. Ma Andreazzoli lascia fare e l’Inter passa al 21′ con un gol bellissimo: Jonathan triangola di prima con Alvarez e Rocchi e arriva in rete. Jonathan, Alvarez, Rocchi i tre brutti anatroccoli firmano l’azione più bella della stagione nerazzurra. E la Roma di De Rossi, Totti e Lamela, zeppa di qualità e di salute è sotto. Così va il calcio, ogni tanto.

CHE DESTRO  Ma in genere il calcio è una cosa onesta e chi ha valori e si sbatte per imporli alla lunga ha soddisfazione. La Roma, spaventata dallo svantaggio, alza il ritmo e gli uomini. Comincia un altro film. Già prima del tè, Handanovic deve opporre due miracoli a Destro e Florenzi. Il prezzo dell’impresa è troppo alto per l’Inter: dovrebbe riproporre la feroce concentrazione del primo tempo, senza cambi in panchina (la Roma tiene seduto Pjanic) e con giocatori come Schelotto e Kuzmanovic che frenano una squadra incerottata invece di trascinarla. Appena si fa sorprendere lunga e fuori asse, con l’affannato Zanetti che rincorre, la Roma l’accoltella in verticale, senza pietà: da Lamela a Destro che scavalca Handanovic con dolcezza (10′). La partita di fatto finisce così. Strama è costretto a rendere più offensiva la squadra (4-3-1-2) e apre spazi che la Roma inghiotte come cioccolatini. Ancora Destro e poi Torosidis gonfiano il vantaggio, prima dell’orgoglioso e definitivo 3-2 di Alvarez. Per Totti la ghiotta prospettiva di sollevare la decima Coppa Italia del club in faccia alla Lazio. Le ultime due sostituzioni di Strama, due ragazzini (Forte e Belloni) sono state la rabbiosa richiesta di un futuro diverso. Ascoltatelo.

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