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AS ROMA Batistuta: “Invidio Totti, gioca ancora…”

Gabriel Omar Batistuta

Ha rilasciato una lunga intervista Gabriel Omar Batistuta, uno dei giocatori che hanno un posto particolare nel cuore dei tifosi giallorossi.

Di seguito, eccone uno stralcio.

Quali i compagni più forti con cui ha giocato?
«Totti, Rui Costa, Caniggia, Maradona, Cafu, Aldair, Balbo. E Baiano: come mi apriva gli spazi lui, non lo faceva nessuno».

E quali i difensori che, invece, si sono disperati nel cercare di fermarla?

«Alla fine… si disperavano tutti. Baresi (ride, ndr) l’ho fatto smettere di giocare io. Dieci anni dopo….».

E’ vero che nel rapporto tra lei e Montella c’è sempre stata di mezzo… la maglia numero 9?

«La Roma me l’aveva proposta, Vincenzo se l’è tenuta. Non siamo amici ma nemmeno nemici. Non mi aspettavo di vederlo allenatore, ha fatto molto bene a Catania e pure adesso a Firenze».

Francesco Totti l’ha sorpresa? 

«E’ stato bello giocare assieme a lui: sapeva ogni volta dove darmi la palla. E poi mi fa invidia vederlo ancora in campo. Quando andai alla Roma lui era giovane. Sarebbe stato bello giocare insieme adesso, avrei segnato sicuramente di più».

E’ infastidito dal fatto che Osvaldo faccia la mitraglia come lei per festeggiare un gol?

«No, anche perché i gol li sa fare e pure belli. Gli manca però la continuità, anche se va riconosciuto che non è facile per nessuno segnare più di 20 gol a stagione».

Lamela l’ha sorpreso?
«Sì. Tecnicamente sapevo che era forte, ma fisicamente lo ritenevo inadatto al campionato italiano. Mi ha fatto ricredere».

Messi è meglio di Maradona?
«In Nazionale sta facendo bene ma non è facile vincere un Mondiale. Messi è un grande come Maradona, ma Diego aveva più carisma. La vera differenza è che Messi si protegge da solo, Diego non l’ha mai fatto».

Lei cosa vuole fare da grande?

«Di sicuro non l’allenatore. Se entrerò in una società sarà per lasciare il segno, non sono di quelli che pur di apparire sono pronti a fare qualsiasi cosa. Vorrei fare il dirigente vero. Come Antognoni? No, vorrei fare qualcosa (ride, ndr). Battute a parte, non so perché Giancarlo, che è la Fiorentina, non sia in società. Qualcuno che ha sbagliato c’è. Ci dovrei essere anche io in società, ma sono argentino e vivo a diecimila chilometri di distanza, lui abita a cinquecento metri dallo stadio».

Come stanno le sue caviglie? 

«Sto meglio rispetto a tre o quattro anni fa. Prima, facevo fatica a fare qualsiasi cosa. Se rifarei tutte quelle infiltrazioni? No. All’inizio i dottori, sia quelli della nazionale che quelli della Fiorentina, non mi dissero niente della gravità dell’infortunio. Poi io ci ho messo del mio, quando sei giovane spesso non pensi. A volte, ti credi Tarzan».

Lei per chi tifa, Fiorentina o Roma? 

« Fiorentina. A Roma ero un fiorentino in trasferta, lo hanno sempre saputo, anche se qualcuno mi ha chiamato mercenario. Lì ho vinto con una squadra fortissima, qui la squadra non c’era proprio. Qui a Firenze ho vissuto. A Roma sono stato di passaggio».

Fonte: Corriere dello Sport 

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