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NAZIONALE L’Italia alla Brasile: spettacolo

Cesare Prandelli

Sul tabellino è scritto 2-2, e questo conta nel calcio, ma ieri sera il campo, il gioco, lo spettacolo, le occasioni, tutto questo è stato dell’Italia. Eravamo sotto di due gol nel modo più immeritato che possa esistere, abbiamo rimontato il Brasile e pareggiato, giocando un calcio stupendo, fatto di tecnica e intensità, di coraggio e personalità. Se serve un numero, per dare l’idea di cosa è accaduto a Ginevra, facciamo quello dei tiri: 23 per l’Italia, 13 per il Brasile, e più del doppio sono state le occasioni per segnare.

NOI GIOCO, LORO GOL – Per 45 minuti sembrava che il mondo si fosse capovolto: l’Italia giocava e il Brasile segnava, noi in certi momenti perfino spettacolari, loro essenziali, pratici, cattivi. Hanno segnato il primo gol sfruttando una serie di errori a catena nella difesa azzurra (Maggio fuori posizione, Bonucci fuori tempo sull’elevazione, Montolivo in ritardo su Fred, Buffon incerto perché la palla di Fred è entrata sul primo palo) e hanno fatto il secondo in contropiede, con l’assist di Neymar (Pirlo ha evitato il fallo tattico e ha sbagliato) per Oscar.
PRESSING ALTO E GIOCO BASSO – L’Italia ha cominciato bene, seguendo l’ordine di Prandelli: nessun rinvio lungo, si inizia a giocare con la palla al piede davanti alla difesa, anche se la presenza dei quattro attaccanti brasiliani era minacciosa, e si va a recuperare palla dai piedi di Dante e David Luiz, cioè nel centrocampo di Scolari. Quando la Nazionale si abbassava e recuperava, aveva sempre il lancio pronto, ma un lancio che andava a colpire il Brasile alle sue spalle.
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