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IL ROMANISTA Avanti adagio

De Rossi

(S. Romita) – Il pareggio a Udine, città fredda e ostile, antipaticamente avversa da sempre ai giallorossi, ci può stare. E prima della gara, per chi è disposto a lasciare due punti sul tavolo piuttosto che perderne tre, qualcuno lo avrebbe anche sottoscritto. Andreazzoli ad esempio, che la partita l’ha imbastita per non prenderle e se possibile fare il colpaccio. E per onestà bisogna dire che quasi gli era riuscito. Se non ci si fosse messo l’arbitro, che su almeno un fallo da rigore a nostro favore si è chiuso gli occhi, se Stek non avesse aperto le gambe, e se Osvaldo sul finire avesse raddrizzato i piedi, ora viaggeremmo a vele spiegate verso le posizioni alte della classifica.

Non siamo stati fortunati con i “se” ma andiamo comunque avanti. Adagio. Ma è indubbio che si è tratto comunque di una brutta partita, e che la Roma non ha giocato bene. Neanche i giornalisti e i commentatori di Sky, per i quali tutte le partite sono esaltanti e avvincenti, se la sono sentita di dire una cosa diversa. La Roma è senza dubbio più attenta, concreta e solida rispetto alla squadra di Zeman ma, al di la dei meriti e demeriti dei singoli giocatori, ha un gioco meno brillante. E giocare senza punte come abbiamo fatto per tutto il primo tempo, contando sugli inserimenti di Florenzi, Marquinho e Lamela può essere rischioso.

Il nostro gol è nato quasi così, con il solito assist di Francesco Totti. Poi il buio. Il controllo del campo arretrando sempre più. E infine, l’inspiegabile cambio. Fuori Totti dentro Osvaldo. Sapete come la penso. Lo sapete fin troppo bene. Se Totti esce, il pallone non va da nessuna parte. Tanto meno ad ipotetiche punte. Soprattutto se in campo non c’è uno come Pjanic, il Capitano non può allontanarsi dall’erba. Come faremo quando, raggiunto Piola, ci dovremo separare da lui non lo so proprio. Ma fino a quando ci sarà questa grande fortuna che è capitata ai romanisti noi non possiamo privarcene volutamente.

E non mi interessano le giustificazioni del tipo (volevo allungare la squadra – l’ho visto stanco – ho pensato a dare profondità con una punta vera – c’eravamo troppo accorciati – ci stavamo difendendo troppo – volevo giocare sugli esterni ecc ecc). Non mi interessano non perchè non siano valide, bensì perchè sono tutte meno valide di Totti. Andreazzoli mi perdoni e non la prenda come una critica ma solo come un rimprovero di un tifoso amareggiato: quando in squadra hai Pelè non lo cambi neanche se te lo chiede lui. Se Edson Arantes gioca con te non lo fai uscire. Se do Nascimento sta reggendo da solo la squadra non gli dici di andare a fare la doccia. Non è calcisticamente corretto.

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