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5-5-5 L’ANALISI TATTICA Lamela e Florenzi i jolly di Andreazzoli

5-5-5 L’Analisi tattica

Dopo la sconfitta di Genova, contro la Sampdoria, in pochi avrebbero scommesso sulla Roma targata Andreazzoli. Quei pochi avevano ragione, perchè da quel giorno i giallorossi hanno conquistato ben 4 vittorie ed un pareggio, sul difficile campo di Udine. Una settimana fa erano piovute le prime critiche sul tecnico toscano, ma a rivederlo dopo sette giorni quello di conquistato contro i ragazzi di Guidolin è un punto d’oro, che permette l’aggancio alla Lazio a quota 47 punti. Ancora si è lontani dalla conquista di ogni possibile obiettivo, ma i passi avanti ci sono, e si vedono ogni settimana.

LE SCELTE INIZIALI. Confermata la difesa a 3, con i rientranti Castan e Marquinhos che si vanno a posizionare ai lati di Burdisso, i dubbi della vigilia erano tutti riguardanti il centrocampo e l’attacco. Così vicino a De Rossi si rivede il greco Tachtsidis, mentre sulla destra, al posto di Torosidis, Andreazzoli ripropone Lamela, confermando Marquinho sulla sinistra. Con lo spostamento del numero 8 sulla linea dei centrocampisti, Florenzi e Perrotta si posizionano alle spalle di Totti; ancora una volta resta in panchina Osvaldo, confermato da Prandelli in Nazionale, ma sempre più ai margini di questa Roma.

LA FASCIA DESTRA. Con il rientro di Marquinhos, che si conferma pedina fondamentale degli schemi difensivi romanisti, il tecnico si può permettere una scelta offensiva, con Lamela schierato esterno di centrocampo. L’argentino dà quel che può in fase difensiva, ma non ha i movimenti puri del terzino: a volte concede qualcosa in più ai suoi avversari su quella fascia, ma dietro di se può sempre contare su un super Marquinhos. Il giovane centrale brasiliano recupera ben 26 palloni (record-man della gara davanti al compagno di reparto Castan), non sbaglia una diagonale, umilia costantemente in velocità Sansone. Fondamentale nella seconda frazione di gara una sua diagonale, perfetta, che salva la porta di Stekelenburg.

Così Lamela si concentra sulla fase offensiva: partendo da esterno spesso decide di accentrarsi. Proprio in una di queste occasioni realizza la prima rete del match, da vero rapinatore d’area: tiro sporco al volo di De Rossi, sinistro sotto misura di Erik e pallone che si insacca alle spalle di Mirante. Riesce ad unire qualità e quantità, sta crescendo tatticamente, continuando a segnare come un vero bomber.

DE ROSSI-TACHTSIDIS. Pjanic manca, e così Tachtsidis viene scelto come spalla di De Rossi nel cuore del centrocampo giallorosso. Tutti gli occhi erano puntati sul giovane regista greco, al rientro da titolare per la prima volta dopo l’addio di Zeman: un piccolo passo avanti lo ha compiuto. Autore di un primo tempo convincente, nel quale imposta con precisione e recupera diversi palloni, accompagnando anche la manovra offensiva, fatto a cui non vi aveva abituati. Cala nel secondo tempo, quando il Parma cerca di alzare un po’ il ritmo: giusta la sostituzione al minuto 68, quando ormai sembrava esser andato in apnea.

De Rossi continua ad esser criticato da molti, ma la sua importanza in questa Roma dovrebbe apparire evidente. Fa entrambe le fasi con convinzione, come sostenuto anche dal suo allenatore nella conferenza stampa pre-partita, ed entra anche nell’azione del goal,  seppur con un fortunoso assist. Recupera 18 palloni, dimostrando il suo valore nella fase difensiva, continua ad essere il fulcro dell’azione romanista, con ben 47 passaggi realizzati.

I TREQUARTISTI. Tutti conosciamo le qualità di Perrotta, in questa stagione stiamo conoscendo il suo degno erede: Alessandro Florenzi. Jolly di centrocampo, dà il meglio quando può inserirsi, proprio come il più esperto compagno; si posiziona come trequartista, ma nel corso della gara si sposta spesso sulla fascia sinistra, per aiutare Marquinho nella fase difensiva. Questa situazione si propone spesso nel secondo tempo, quando il brasiliano cala vistosamente.

Perrotta continua ad essere fondamentale, ed ancora una volta sfiora la rete, dopo un’azione che ricorda i bei giorni spallettiani. Si esalta quando può giocare vicino a Totti. Continua a rispondere sul campo a chi lo voleva lontano dalla Roma.

IL GENIO. Ci sono gli schemi, la fase difensiva, quella offensiva. C’è l’organizzazione tattica, poi subentra la variabile impazzita. Nella Roma, da anni ormai, questa variabile è Francesco Totti, colui che può cambiare le partite con un semplice gesto: non ci possono più essere parole per descriverlo, bastano i suoi numeri. Il goal non è sicuramente la cosa più bella della sua gara, e questo la dice lunga sulla qualità della prova del Capitano. La speranza è quella di continuare a vederlo così per molti anni ancora. 

A cura di Luca Fatiga

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