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IL ROMANISTA Malagò, Dna romanista

Giovanni Malagò

(M. Izzi) – Una marea di giornali e di siti internet avranno provveduto e provvederanno, nei minimi dettagli, a informarvi in maniera esaustiva sulle note biografiche di Giovanni Malagò. Quanti campionati ha disputato nelle file del Roma RCB, in che anno è diventato presidente del Circolo Canottieri Aniene e via dicendo. A me interessa invece, presentare il retroterra romanista del nuovo presidente del CONI. Non basta semplicemente dire che Giovanni Malagò è romanista, occorre rendersi conto da quale famiglia provenga.

Giovanni Malagò è nato il 13 marzo 1959, quando suo padre Vincenzo era entrato nel Consiglio Direttivo della Roma già da tre anni. In quel periodo il Consiglio dell’AS Roma, strutturata da Polisportiva, era formato da 25 membri: a Malagò Senior venne affidata la presidenza delle Sezioni Nuoto e Pallanuoto (e anche questo dovrebbe permettere di capire tante cose della formazione e delle passioni sportive del nuovo numero uno del CONI). Malagò viene preso sotto l’ala protettrice di due personaggi influenti di quella Roma: Silvio Sensi, padre del grande Franco e Anacleto Gianni. Il rapporto con il Presidentissimo Renato Sacerdoti è più distante, ma non mancano i momenti cruciali anche in questa coabitazione.

Nel 1957, pochi giorni prima del suo definivo abbandono della carica, Sacerdoti affida, proprio a Malagò, un’operazione di mercato. Assieme a Cruciani, il giovane dirigente, che era in partenza per la luna di miele, dovette recarsi ad Alessandria per acquistare Morbello. Fu in quell’occasione che Silvio Sacco, il presidente del club dei “grigi”, propose a Malagò di osservare un giovanissimo talento del suo vivaio, un certo Gianni Rivera. Malagò Senior, come dovrebbe ormai essere chiaro, ha insomma attraversato momenti cruciali della storia della Roma, come ad esempio accadde nella partecipazione all’infuocata riunione del 6 marzo 1960. In questa occasione, nella sede sociale Anacleto Gianni, Marini Dettina, Magnifico, Franco Sensi, Startari, Evangelisti, Pesci, Ciampini, Calderai, Morucci, Scapigliati e Foffano e per l’appunto Malagò, misero appunto un comunicato ufficiale di forte contrapposizione con l’allora presidente della Sezione Calcio D’Arcangeli. Nei tre giorni che separavano quella riunione dalla convocazione del Consiglio Direttivo, Angelo Moratti venne invitato, clamorosamente, ad assumere la presidenza del Club.
E’ sempre Vincenzo Malagò che nel 1961 accompagnò Egidio Guarnacci a Bologna per affrontare la delicata operazione che avrebbe portato all’asportazione del menisco della gamba sinistra. Guarnacci era fermo da otto mesi senza che nessuno riuscisse a stilare una diagnosi e finalmente la situazione venne ad essere positivamente sbloccata.

Vincenzo Malagò è poi tornato in sella sotto la gestione Viola e nella stagione 1982/83 dirigeva il settore organizzativo della Roma in cui operavano anche Claudio Navarra e Luigi Izzi. Responsabile dell’organizzazione dello stadio Olimpico durante i mondiali di Roma 90
, fornirà un fondamentale contributo nella delicata transizione che porterà al passaggio di consegne tra le proprietà Ciarrapico – Sensi. Nel mese di marzo del 1993, a dire il vero, si era anche parlato della possibilità che Malagò Senior, potesse far parte di una cordata che avrebbe dovuto essere costituita da Jacorossi, Pesci e Franco Sensi, e che avrebbe dovuto rilevare il club giallorosso (…). La notizia si rivelò infondata ma è stato solo l’inizio del ricorrente accostamento di questa grande famiglia di romanisti alla sorte della Lupa.

Nel novembre del 2009 (e ancora nel luglio 2010) si è scritto e discusso di un approdo al Club giallorosso di Giovanni Malagò, che in quella occasione, negando ogni fondatezza della notizia, dichiarò nella trasmissione radiofonica “1927”: «Mio padre credo fu il più giovane dirigente della Roma. Qualsiasi tifoso della Roma sarebbe disposto a fare qualcosa per la propria società, ovviamente poi bisogna dare un contributo che vada oltre il tifo. Chiunque di noi vorrebbe essere utile alla causa. Nella vita ho avuto dei privilegi ed è giusto dare un contributo dove è possibile.Però ripeto, sono felice solo ed esclusivamente se la Roma va bene e fa divertire». Parole più che esaustive per chiarire quale sia il sentimento di affetto che lo lega ai colori giallorossi.

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