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GAZZETTA DELLO SPORT AL QADDUMI Quanti dubbi. Ma lo sceicco ora prepara le garanzie

Sceico Adnan

(M. Cecchini) – «Impresentabile». È questo l’aggettivo che ieri è stato più comunemente associato allo sceicco giordano Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewy — candidato a diventare co-proprietario della Roma — dopo che i media hanno passato al setaccio vita pubblica e privata, oltre che le frequentazioni del proprietario del fondo Philadelphia Capital. Sotto i riflettori è passato di tutto: le abitazioni poco chic, le vetture proletarie, l’amicizia col discusso Michele Padovano.

Tre dati però sono scolpiti nella pietra, e con questi si dovrà fare i conti: 1) James Pallotta ha sottoscritto un accordo preliminare per la cessione ad Adnan di quote della Svp Llc, ovvero la controllante della Neep Roma, per 50 milioni; 2) UniCredit, potente socio di minoranza del club (al 40%) — dopo aver bocciato lo sceicco già due anni fa — per bocca del suo vice ceo Paolo Fiorentino ha preso apertamente dalle distanze dalla operazione con queste parole: «Siamo scettici e agli americani l’abbiamo detto»; 3) oggi la Procura di Roma, per mano del procuratore aggiunto Nello Rossi e del sostituto Giorgio Orano, aprirà un’inchiesta sulla vicenda per «verificare l’esistenza di illeciti». I due, tra l’altro, sono gli stessi magistrati che indagarono e misero spalle al muro Vinicio Fioranelli, per il suo tentativo di scalata al club del 2009. 

48 ORE  La dirigenza della Roma, che pure parla già dell’esistenza di patti parasociali che la blinderebbe, appare in grande imbarazzo e rimbalza la palla alla proprietà. «Hanno fatto tutto loro». Pallotta, però, appare il più tranquillo, forse perché pecunia non olet. Ecco, il nodo ormai è proprio questo: le garanzie. Lo sceicco dice che da due anni è entrato finalmente in possesso di una eredità che attendeva, e a questo punto il dado è tratto.UniCredit dice che «nel giro di 48 ore» Adnan dovrà presentare i soldi e l’interessato conferma che le fidejussioni sono già pronte. Il tornado mediatico però non ha lasciato indifferente lo sceicco, tant’è che ieri ha fatto sapere: «Sarei tentato di gettare la spugna, ma siccome passerei per uno che non ha i soldi andrò avanti. Io ho in mano le carte, voglio vedere come ne usciranno». Proprio per questo da parte dei suoi portavoce filtra grande irritazione con UniCredit («per loro la Roma è un giocattolo politico») e grande scetticismo sulla volontà di Pallotta di continuare a investire sulla Roma («a differenza nostra»). Una cosa è certa: la pressione sul club è destinata solo a crescere, per questo tutti aspettano solo la svolta, in un modo o nell’altro. Anche se, in attesa delle mosse della Procura e di Pallotta, a ghignare per ora è solo il principe giordano: «Visti i risultati, almeno io porto fortuna», fa sapere. Il problema, però, è che la fortuna bisogna anche possederla in banca. E il tempo stringe.

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