5-5-5 L’ANALISI TATTICA Un tempo discreto, poi il crollo per la banda-Andreazzoli

5-5-5 L’Analisi tattica

La prima di Andreazzoli sulla panchina della Roma, e più in generale su una panchina di Serie A, non è sicuramente delle migliori: sconfitto per 3-1, dopo una partita dai due volti. Ad avere la meglio, però, è ancora una volta il risvolto peggiore della medaglia, quello del non-gioco, dando in specifiche situazioni la triste impressione dell’autogestione. Difficile giudicare l’operato di un tecnico senza esperienza dopo una sola settimana di lavoro, trascorsa per lo più senza nazionali; difficile capire quale sia la sua Roma, se quella discreta del primo tempo o quella pessima del secondo.

Sicuramente si può dire che, affermando che conta poco la tattica rispetto agli interpreti, ha cercato di responsabilizzare i calciatori, sminuendo anche quel che è il suo lavoro in quel di Trigoria da anni. Ha parlato molto di tattica con i suoi ragazzi in questa settimana, ha cercato di trasmettere delle sue idee, dal possesso palla al ruolo di De Rossi davanti la difesa, ma ancora dovrà lavorare molto prima di riuscire a vedere una squadra degna di esser considerata tale.

LE SCELTE INIZIALI. Si riparte dal 3-5-2, in cui a far da padrone è il possesso palla – vicino a quello enriquiano –  cambio sostanziale rispetto alle verticalizzazioni zemaniane. Stekelenburg il punto fermo tra i pali, De Rossi si riprende la sua metà campo, con Pjanic e Bradley ai suoi lati, con compiti ben distinti. Mentre il numero 16 è spesso pronto ad aiutare i difensori, lo statiunitense deve fare il lavoro sporco e Pjanic occupa la posizione di regista. Marquinho e Lamela occupano le fasce: il brasiliano, poco propositivo, dovrebbe bilanciare la metà campo, Lamela parte come esterno più offensivo, ma si ritrova ad essere decisivo nelle diagonali difensive (basti pensare che nell’unica occasione in cui non ripiega Estigarribia realizza la rete). Davanti Totti ed Osvaldo, con il Capitano libero di svariare ovunque, e l’italo-argentino tenuto a far sentire il fisico in area di rigore.

PRIMO TEMPO. La Roma inizia bene, cercando di schiacciare subito nella propria metà campo la formazione doriana. Andreazzoli, come sosterrà anche Delio Rossi a fine gara, sorprende il tecnico avversario con la difesa a 3 ed il folto centrocampo. I giallorossi impongono il proprio possesso palla, e cercano di allargare il gioco, sfruttando la superiorità numerica creata dall’asse Pjanic-Marquinho sulla sinistra, mentre sulla destra Lamela schiaccia Estigarribia.

In cabina di regia De Rossi inizia bene, sbagliando poco in fase di appoggio, e dando la giusta copertura alla difesa. Dietro Burdisso guida la linea difensiva, e marca a uomo Icardi, il più temibile tra gli avversari, concedendogli decisamente poco; mentre davanti arrivano le occasioni giuste, ma arrivano, purtroppo, sui piedi sbagliati. Prima Bradley, poi Pjanic sbagliano clamorosamente: lo statiunitense ha sui piedi l’occasione per realizzare la prima rete, dopo un’ottima incursione palla al piede, ma ancora una volta la sua tecnica lo penalizza, ed il suo tiro termina al lato. Qua, come nella successiva occasione capitata sui piedi di Pjanic, la scelta del portatore di palla è sbagliata: a volte manca l’altruismo e la freddezza necessari per servire i propri compagni posizionati meglio per colpire a rete. 

SECONDO TEMPO. La seconda frazione inizia nel peggiore dei modi. Subito la squadra scende in campo ‘addormentata’, subendo il pressing doriano e soffrendo l’inserimento di Sansone per Soriano, protagonista di una pessima gara. Questa sostituzione cambia totalmente la gara, manda nel pallone la difesa giallorossa: a soffrire di più questa situazione sono De Rossi e Marquinhos, protagonisti assoluti di una pessima ripresa.

La cosa peggiore, però, non riguarda l’aspetto puramente tattico, quanto quello di gestione dello spogliatoio: parliamo del rigore calciato da Osvaldo al posto di Totti. Il numero 9 si procura il rigore con un ottimo spunto, l’unico di tutta la sua gara, ma poi decide di tirare il rigore: si prende la responsabilità, ma non rispetta nè i ruoli nè la scelta del tecnico. Come dice anche De Rossi a fine gara, tutti conoscono la scelta del tecnico in merito al rigorista: la scenata di Osvaldo avrà delle conseguenze anche a livello di spogliatoio. 

A cura di Luca Fatiga

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