5-5-5 L’ANALISI TATTICA Senza Totti e De Rossi la Roma dei gregari trova le conferme che cercava

5-5-5 L’Analisi tattica

Dopo la vittoria conquistata lo scorso sabato, contro la Juventus capolista, si attendevano delle conferme, nonostante le importanti assenze di Totti e De Rossi, tornato perno fondamentale di questa squadra. Si gioca, per l’ennesima volta in questa stagione in cui la Roma sembra accompagnata da una ‘nuvola fantozziana’ nelle sue trasferte, su un campo ai limiti della praticabilità, ma finalmente il meteo non rappresenta un handicap né un alibi per i ragazzi di Andreazzoli. 

LE SCELTE INIZIALI. Ancora difesa a 3, ma vista l’assenza del Capitano, il mister giallorosso opta per un centrocampo a 5, con l’accentramento di Marquinho, preferito a Florenzi viste le condizioni del campo, libero di accompagnare la manovra offensiva. Davanti Osvaldo terminale offensivo, autore di una prestazione non convincente, complice anche il leggero infortunio che lo ha colpito nel riscaldamento, e Lamela al suo fianco. Il numero 8 è il calciatore che più ha faticato a trovare la sua posizione in campo, allargandosi troppo, nel primo tempo, sulla fascia sinistra, e sbagliando troppi appoggi nella seconda frazione di gara. Nonostante tutto si vede un netto miglioramento nell’impegno e nella costanza di rendimento di tutti i calciatori nell’arco della partita.

IL RUOLO DI MARQUINHO. Il centrocampista brasiliano è stato l’elemento decisivo nel bene, ma anche nel male, della Roma: in occasione della prima rete bergamasca commette l’errore di colpire all’indietro il pallone di testa, anticipando anche Piris meglio posizionato, ma dopo quattro minuti riprende la partita, senza demoralizzarsi, e rilancia la sua squadra. Con Andreazzoli era sempre stato schierato esterno a sinistra, oggi è tornato nella sua posizione naturale di interno sinistro con libertà di spingere, e volendo ha anche migliorato il suo rendimento. In occasione della sopracitata rete del pareggio, ha il merito di recuperare un pallone andando in pressione, proprio come pochi istanti prima gli aveva consigliato il suo mister, poi completa l’opera con un ottimo sinistro, mettendo finalmente in mostra le sue famose capacità di tiro di cui si era tanto parlato dal suo arrivo nella Capitale.

I LEADER RITROVATI. Mancano Totti e De Rossi, ma Andreazzoli ha il merito di far sentire tutti i suoi calciatori importanti, tutti fondamentale all’interno del suo spogliatoio. Così la fascia di capitano finisce al braccio di Nicolas Burdisso, che la onora guidando nel migliore dei modi il reparto arretrato, perforato in due occasioni dal rapace Livaja. L’argentino nel primo tempo non gioca una delle sue migliori gare, soffrendo troppo la mobilità del croato, ma nel secondo lo annulla, andandolo a marcare a uomo in ogni parte del campo, ed ‘alleggerendo’ il compito di Piris, già impegnato a controllare Bonaventura, e Marquinhos.

Stekelenburg più gioca più riacquista sicurezza: anche oggi il portierone olandese salva i compagni in almeno due occasioni, e non ha responsabilità sulle reti incassate, frutto dell’abilità e della fortuna di Livaja. Decisiva la parata che compie nel secondo tempo sul colpo di testa di Lucchini: come lui stesso ha dichiarato nel post partita di Roma-Juventus, dopo il miracolo sulla punizione di Pirlo sembra imbattibile.

TOROSIDIS. L’esterno destro convince anche su un campo così difficile, e non si accontenta di una prestazione positiva: riesce a mettere la propria firma sull’incontro, realizzando la rete da 3 punti. Non si sa quanto sia cercato o casuale questo goal, di sicuro c’è che il suo inserimento viene effettuato con i tempi giusti, e la precisione incredibile del lancio di Bradley, che correndo meno rispetto ai giorni zemaniani ne guadagna in tecnica.

I CAMBI. Perfetta la gestione dei cambi del tecnico. Il primo ad uscire è Marquinho, sfinito, al minuto 71, al posto del quale entra un altro leader ritrovato: Simone Perrotta. Il numero 20 entra subito nel match: prima interno di centrocampo mette subito in difficoltà Carmona con il suo pressing, poi, spostato come trequartista in appoggio a Lamela, propizia l’espulsione di un ingenuo Contini. Arriva al momento giusto l’avvicendamento Pjanic-Florenzi, con i bosniaco che in quel momento sembra soffrire le fatiche di una partita giocata ad ottimi livelli, anche tecnici, su un campo così difficile.

Perfetta la lettura tattica del terzo cambio: visto il vantaggio conquistato da 10 minuti, Andreazzoli decide di sostituire uno stanco Osvaldo con Tachtsidis. Il greco mancava ormai da 3 partite, ma torna al momento giusto. Il mister romanista lo piazza davanti alla difesa, per aiutare sulle palle alte, visti i numerosi lanci tentati dai ragazzi di Colantuono: il 77 risponde presente, vince 4 contrasti aerei, senza perdersi in inutili preziosismi.

L’AVVERSARIO. Colantuono questa volta non riesce a mettere in difficoltà la compagine giallorossa, e non può appellarsi alla sfortuna come accadde nel match d’andata. Anzi, la fortuna sembra aiutare Livaja nel primo tempo, che arriva in goal dopo un infortunio della difesa giallorossa e sfruttando un tiro sbagliato di Bonaventura, e realizza la sua personale prima doppietta in Serie A dopo aver commesso fallo su Torosidis, in netto anticipo. La manovra della ‘Dea’ sembra lenta, macchinosa, e manca l’apporto offensivo di Denis; inoltre il tecnico romano paga l’ingenuità di alcuni suoi elementi, su tutti Contini, che con la sua espulsione mette la parola fine all’incontro, spegnendo i ‘bergamaschi sogni di rimonta’.

A cura di Luca Fatiga

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