SERIE A, IL PUNTO Lazio e Napoli recuperano sulla Juve nella giornata dei cambi vincenti

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Cinque punti recuperati alla Juventus solo nelle ultime due giornate, quattordici risultati utili consecutivi tra campionato, Europa League e Coppa Italia: senza paura di smentita, la Lazio è la squadra del momento nel campionato di Serie A giunto alla ventesima giornata. Secondo posto per Petkovic a soli tre punti dai campioni d’Italia di Conte, fermati sull’1-1 a Parma. All’Olimpico invece i biancocelesti si sono imposti per 2-0 sull’Atalanta, sospinti da una buona dose di fortuna confermata dallo stesso tecnico nelle interviste post partita. Dopo un primo tempo in cui Colantuono era riuscito a bloccare tutte le fonti di gioco avversarie, Petkovic è stato abile nel modificare l’atteggiamento tattico della sua squadra con l’inserimento di Floccari al fianco di un Klose spento quanto ben marcato. Proprio Floccari ha sbloccato il match, appoggiando in rete da due passi una respinta della traversa sul primo tentativo di autogol di Brivio. La rete del vantaggio è però macchiata da un fallo di mano dello stesso attaccante laziale che in una frazione di secondo riesce ad aggiustarsi il pallone con un tocco malandrino giudicato involontario dal giudice di porta. Il raddoppio arriva grazie a Brivio che la seconda volta “riesce” a battere Consigli con un bel colpo di testa. La Lazio è una squadra a cui la Juventus dovrà fare attenzione sino alla fine: cortissima in campo, praticamente imperforabile (2 reti subite nelle ultime 8 partite) e con una continuità di rendimento spaventosa viste le nove partite da cui non viene sconfitta.

Insieme alla Lazio, recupera terreno anche il Napoli, giunto alla terza vittoria consecutiva: Mazzarri surclassa 3-0 il Palermo di Gasperini (prossimo avversario della Lazio) anche senza i gol di Cavani. MaggioInler mettono al sicuro il risultato dopo una buona mezzora dei rosanero, Insigne nella ripresa sigilla la vittoria e gioisce per l’esordio del fratello Roberto, attaccante classe ’94 ma tutto mancino, nei minuti finali. I partenopei sono terzi a 40 punti, ma attendono sempre il giudizio dell’inchiesta sul calcio scommesse che potrebbe restituirgli almeno uno dei due punti di penalizzazione. Napoli a cinque punti dalla Juventus, come detto bloccata a Parma.

Donadoni, imbattuto in casa, dimostra ancora una volta quanto i tecnici italiani siano preparati e sappiano affrontare al meglio avversari più forti. Senza due terzi di difesa squalificata, il Parma riesce a recuperare il vantaggio iniziale di Pirlo, su punizione deviata sfortunatamente da Biabiany, senza mai rinunciare a giocare e affidarsi solo al contropiede: basti pensare che a centrocampo il tecnico gialloblu schiera Valdes Marchionni insieme a Parolo, un trequartista e un’ala che mettono a disposizione la loro tecnica nel cuore della manovra. Poi capita anche che Paletta con un perfetto esterno destro recapiti a Sansone un assist perfetto per bucare Buffon con un potente e preciso diagonale. Per la Juve si fa ancora pesante la situazione senza Chiellini: come contro la Sampdoria, il gol del Parma arriva sul lato sinistro della retroguardia e stavolta c’era Caceres al posto di Peluso. Il gol però è stata solo l’ultima delle occasioni in cui la difesa bianconera ha traballato, con Amauri e Belfodil che si sono resi più volte pericolosi. La Juve paga sempre l’assenza di un attaccante di grande spessore, i bomber della squadra Quagliarella e Giovinco (sei reti a testa in campionato) sono stati inconsistenti e l’ingresso di Vucinic non ha prodotto gli effetti sperati.

Recupera terreno anche l’Inter che battendo il Pescara 2-0 a San Siro (gol di Palacio e Guarin) allunga su Fiorentina, Roma e Milan: per ottenere una squadra più equilibrata, Stramaccioni si è privato in partenza di Milito, lasciando libero Guarin tra centrocampo e area avversaria. In una squadra senza un regista, la qualità del colombiano affiancata a quella di Cassano ha permesso ai nerazzurri di superare gli abruzzesi senza soffrire le assenze di Ranocchia, Samuel e Juan Jesus. Domenica sera nel big match contro la “sua” Roma, Stramaccioni potrà staccarla di nove punti, escludendola definitivamente dalla corsa Champions e cercando di superare il Napoli. Per quest’ultimo salto dovrà tifare per il suo amico Montella, che al “Franchi” ospiterà il Napoli. I viola possono recriminare, e molto, con l’arbitraggio subito a Udine: il rigore su Domizzi per il gol del pareggio di Di Natale c’è, ma il fuorigioco del difensore è netto. Anche la doppietta dell’inarrestabile funambolo friulano arriva ancora in posizione di offside, poi Neto la combina grossa su un tiro senza pretese di Muriel. Lo spartito tattico di Guidolin (aggressività sul portatore e azioni veloci e in verticale in ripartenza per i perfetti movimenti di Di Natale) ha imbavagliato la manovra ragionata dei toscani, troppo lenti in impostazione senza Pizarro. Seconda sconfitta di fila per la Fiorentina, sempre tre punti sopra alla Roma crollata nuovamente in casa del Catania.

Dopo le sette occasioni fallite nel primo tempo da Destro e compagni, Maran ha cambiato la propria squadra: Almiron, schierato al posto dello squalificato Lodi in cabina di regia, è uscito per un problema muscolare e il tecnico siciliano ha inserito al suo posto un altro attaccante esterno come Castro. Spostando Barrientos davanti a Tachtsidis, la Roma ha visto eclissarsi la sua fonte di gioco e ha poi subito gol su rilancio del portiere. Zeman, incapace di deviare anche leggermente dai propri ideali tattici, ha lasciato De Rossi in panchina per tutto il match e, privo di Pjanic, Osvaldo e Totti, non ha spostato un centrocampista a sostegno del greco. Proprio Tachtsidis (190 cm di lentezza esasperante) ha perso uno scontro aereo con Bergessio su rinvio dal fondo di Andujar e, complice l’assenza di Marquinhos spintosi in avanti, Gomez ha potuto infilare indisturbato Goicoechea. Ventinove punti per i rossoazzurri, di cui ventitré conquistati al “Massimino”. In classifica i giallorossi rimangono sopra al Milan, che impatta 0-0 a Marassi contro la Sampdoria. Con una doppia marcatura a uomo su El Shaarawy, Delio Rossi imbriglia la maggiore individualità di Allegri e maledice Abbiati in serata di grazia. Il portiere rossonero si supera prima su Poli e poi su Eder nel primo tempo, mentre nella ripresa Icardi “lanciato” da Mexes si divora un gol fatto.

La seconda metà della classifica è aperta dal Chievo a 24 punti, sconfitto con un poker dal Bologna di Pioli e di un ritrovato Gilardino, autore di una doppietta tra i gol di Konè Gabbiadini. Una partita impostata alla perfezione dal tecnico rossoblu, che ha sbloccato la partita su azione da calcio d’angolo (perché gli angoli sono più pericolosi se battuti direttamente in mischia, vero Zeman?) per poi aggredire sempre alto il Chievo, mai pericoloso dalle parti di Agliardi. A 23 sale il Torino, bravo a dominare nel primo tempo il Siena con le reti di Brighi, Bianchi e Cerci ma poi molto fortunato quando ad un minuto dalla fine il suo ex capitano Rosina ha fallito il rigore del possibile 3-3. La squadra di Iachini rimane ultima a 11 punti, staccata di otto lunghezze dal quartultimo posto, dove è salito il Cagliari. I sardi sono stati bravi a ribaltare la sfida contro il Genoa, scavalcato in classifica grazie alle reti di Sau, al settimo centro stagionale, e Daniele Conti.

Daniele Luciani

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