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AS ROMA Fiducia a tempo per Zeman, la società scelga: De Rossi deve giocare

Sentimenti o questioni tattiche, la classifica parla chiaro e mette la Roma con le spalle al muro: la Lazio è dieci punti sopra, il Napoli e il terzo posto a otto con la penalizzazione che forse verrà scontata o revocata. Baldini ha detto che alla fine si faranno i conti, ma intanto con Fenucci e Sabatini rimangono a metà, lasciando in sospeso questioni più che spinoso. Daniele De Rossi è un patrimonio tecnico ed economico e anche se il rapporto umano con Zeman non esiste bisogna trovare il modo di far convivere i due. A meno che non si decida di separarne definitivamente le strade, uno via e l’altro rimane. Champions League lontana, un altro anno senza Europa non sarebbe sopportato dalla presidenza che toglierebbe i dirigenti.

Sul caso De Rossi di errori ne hanno commessi tutti, in primis Daniele e lui lo sa: una serie di comportamenti e prestazioni non all’altezza della sua fama ha indirizzato le scelte di Zeman, che gli ha preferito Tachtsidis. Le tre giornate di squalifica dopo il pugno a Mauri nel derby hanno indebolito notevolmente la sua posizione. Nessuno chiede a Baldini o Sabatini di fare la formazione, ma solo di sfruttare il buon senso per convincere Zeman che gli schemi sono più belli quando sono accompagnati dagli uomini giusti al posto giusto. Ieri, durante il confronto di Trigoria, a Zeman è stato chiesto conto della questione. Zeman sostiene che De Rossi abbia giocato «da De Rossi» soltanto una volta, contro il Milan prima di Natale (…).

La società però deve scegliere: De Rossi ha un contratto sino al 2017, 6 milioni netti a stagione, mentre Zeman per la prima volta in carriera ha firmato per due anni. Mourinho per chiamare il centrocampista aspetta solo l’ufficialità del suo passaggio al Psg e stavolta l’offerta non arriverà a 20 milioni. La scelta deve essere fatta, chiara e netta. Bradley, Tachtsidis e Florenzi insieme fanno 82 presenze in serie A contro le 294 di De Rossi, che nel frattempo ha vinto anche un Mondiale e giocato una finale dell’Europeo, lasciare in panchina Capitan Futuro è quasi uno schiaffo alla miseria.

Fonte: Corriere dello Sport

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