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IL MESSAGGERO Roma, l’età dell’oro

Pescara-Roma Destro-Florenzi

(A. Angeloni) – Non esistono calciatori vecchi o giovani, esistono calciatori bravi o scarsi. Così parlò Walter Sabatini il giorno dell’investitura, a Trigoria, ormai un anno e mezzo fa. Il ds aveva solo un progetto in testa: svecchiare il gruppo e puntare su giovani talenti, con cui cominciare un progetto vincente e farli crescere in un’ossatura collaudata, fatta da gente come Totti e De Rossi, tanto per fare due esempi. La Roma che stava svanendo con l’addio della famiglia Sensi da Trigoria aveva una media età di 29,7, quella che chiude il 2012 è di 25,3. Più di quattro anni di differenza in nemmeno due anni e poche sessioni di mercato.

Certo, uno può obiettare: ma quella Roma ha sfiorato lo scudetto e questa giovane e bella no. Tutto vero, però la nuova proprietà americana vorrebbe arrivarci per gradi al grande traguardo, intraprendendo un percorso di altro genere, consolidando un patrimonio tecnico e magari esportando un modello. La missione dei nuovi proprietari, o per dirla all’americana, la mission è evidente: la Roma è diventata la tredicesima formazione nel mondo per media età, in Italia terza dopo Pescara e Cagliari, che puntano sui giovani più perché costrette che non per scelta. Nettamente meglio di squadre come Juve, Lazio e Napoli.

MODELLO TEDESCO Non a caso nelle primissime posizioni di questa speciale classifica, impazzano parecchie squadre tedesche, dal Werder Breama (prima con 23,1) all’Hoffenheim (23,7), dal Bayer Leverkusen (24,1) al Borussia Dortmund (24,3) per finire al Mönchengladbach (24,5). E non a caso da un po’ di tempo il calcio tedesco è diventato il modello per tutti. Il più sano: meno costi, più introiti per via degli stadi. La Roma è tredicesima insieme con Atletico Madrid ed Eintracht Francoforte, due big dei rispettivi campionati. Il modello per la Roma, e non solo, è proprio quello tedesco, che appare ormai il più affidabile. In Italia il discorso giovani, classifica alla mano, paga meno. Basti guardare che le prime due della classifica, Juve e Lazio, viaggiano su una media età intorno ai 28 anni. Stesso discorso riguarda il Napoli, del resto Mazzarri ama lavorare con calciatori più esperti, pronti e fin ora i risultati gli stanno dando ragione. In Italia si pensa ancora che con i giovani non si vince. Nel resto d’Europa, le società vincenti hanno tutte una media età relativamente bassa. Non arriva mai intorno ai trenta anni, che di solito viene considerata l’età giusta per vincere. Il grande Barcellona si muove intorno a una media di 26,3, il Chelsea di 27,1, il Manchester City di 26,6 e lo United 26,2.

ZEMAN E I GIOVANI Zeman invece è l’allenatore simbolo per la capacità di forgiare i giovani. In carriera ha lanciato gente come Nedved, Di Matteo, Nesta, ha fatto diventare un campione Totti, ha insegnato a fare gol a Signori e tanti altri. Adesso sta rifacendo lo stesso lavoro nella Roma, con i vari Florenzi, Lamela etc etc. La Roma ha in rosa giocatori minorenni, addirittura è l’unica società italiana ad avere come titolare un ’94, ovvero Marquinhos. Applausi a chi lo ha scelto e lo è andato a prendere. Lamela è il capocannoniere dell’anno e di questo scorcio di stagione e parliamo di un ’92, costato caro (una ventina di milioni), ma che adesso vale molto di più. Per non parlare poi di un giovane vecchio, Pjanic, che ha solo ventidue anni. In organico i giallorossi si ritrovano altri ragazzi di belle speranze, da Tachtsidis a Pirs, fino ad arrivare a Destro, che è stato voluto a tutti i costi la scorsa estate ma che fin ora non ha reso come ci si aspettava, complice pure la vena di Osvaldo. Ma la Roma su Destro punta per il futuro, e l’anno in semi naftalina non spaventa. L’unico enigma fin qui è Dodò: sempre infortunato o sempre alle prese con recuperi improbabili. Lo aspettano tutti, con curiosità.

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