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AS ROMA Corvino: “Il 4-3-3 zemaniano, in fase offensiva, dovrebbe essere dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco”

Della Valle e Corvino

«Dopo 25 anni senza sosta dalla terza categoria alla Champions tirare il fiato non fa male. Da fuori vedo un calcio più povero di valori e strutture. Senza obblighi d’investimento nei giovani. E poi la fatica a fare riforme che riguardino la giustizia sportiva, le Leghe e gli extracomunitari» dice Pantaleo Corvino.

La sorpresa del campionato? 

«Montella».

Capitolo allenatori. Dice di considerarli le Ferrari del nostro calcio, ma un paio di loro, come Zeman e Prandelli, possono dire di aver avuto un rapporto controverso con lei.

«Nel 2004 portai Zeman a Lecce in A dopo che era retrocesso in C1 con l’Avellino e dopo una serie di esoneri. Il suo 4-3-3 nella fase offensiva dovrebbe essere riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Era l’interpretazione del personaggio che non condividevo, e lui se ne risentiva. Per Prandelli feci una cosa che mi fa ancora male: chiamare Guidolin e dirgli che non sarebbe più venuto. Ma non rinnego niente. Certo uno è più credibile se va via da vincitore. Sarebbe stato giusto non lamentarsi dicendo cose poco simpatiche verso quanto era stato fatto. Poteva evitarsele. Anch’io avrei potuto dire che la Fiorentina cedette potenzialità come Kuzmanovic, Balzaretti, Pazzini, Maggio, Osvaldo, Almiron, Storari: bastava che avessero avuto un po’ più della sua fiducia. Basterebbe ricordare che a metà del quinto anno insieme eravamo in lotta per i quarti di Champions col Bayern, in semifinale di Coppa Italia e in corsa per i primi posti in campionato. Il nostro conto è di gran lunga in attivo. Ma lui è talmente bravo in tutto che oggi meritatamente è il c.t. della Nazionale, però sono certo che se avesse scelto la carriera ecclesiastica sarebbe diventato come minimo cardinale…».

Fonte: Gazzetta dello Sport 


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