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IL TEMPO Roma, De Rossi a rapporto

Daniele De Rossi

(IL TEMPO) – Il dirigente lo ha convocato nel suo ufficio di Trigoria ieri pomeriggio, di fronte si è trovato un ragazzo distrutto, pentito, preoccupato. Che ha perso la Roma, la Nazionale e il sorriso. Sabatini gli ha presentato il conto dopo la follia nel derby: oltre a confermargli la salata multa scattata in automatico per l’espulsione nel derby e i tre turni di squalifica, gli ha espresso tutta la delusione e l’arrabbiatura della società. Tanto bastone e un po’ di carota: a modo suo il ds ha cercato di tranquillizzare De Rossi, ricordandogli quanto può essere importante il suo contributo fuori dal campo. Non c’era granché da chiarire sul pugno rifilato a Mauri. De Rossi sa di aver sbagliato, non ha accampato scuse e più che altro ha ascoltato la ramanzina del dirigente.

Prima di presentarsi a Trigoria ha pranzato in un ristorante all’Eur con Mauro Baldissoni, consigliere del club e principale tramite del club con la proprietà americana: a Boston domenica si sono a dir poco infuriati nel vedere il derby e la reazione di De Rossi. Il giocatore si è assunto le responsabilità e lo stesso ha fatto con Baldini, incrociato in un altro momento a Trigoria. Con Zeman e la squadra si è ritrovato per la ripresa degli allenamenti. Il tecnico ha lavorato con pochi intimi e aspetta il rientro dai nazionali per prendere di petto la situazione. Parlerà anche con Pjanic, pronto a scusarsi per gli insulti lanciati alla panchina dopo l’inutile gol alla Lazio. De Rossi lo ha già fatto con i compagni al termine della partita e ieri non ha partecipato all’allenamento per non sottoporre a inutile stress la caviglia dolorante.Il tempo non gli manca. Potrà giocare tra poco meno di un mese (Roma-Fiorentina dell’8 dicembre), intanto sfrutterà le tre giornate di squalifica per ritrovare una condizione migliore e, soprattutto, schiarirsi le idee.

Così non si può andare avanti: troppe le incomprensioni con Zeman, dolorose le critiche di una tifoseria che non lo coccola più a prescindere, esagerata la conseguente tensione che si porta addosso. I prossimi due-tre mesi saranno fondamentali per il suo futuro. Se ritrova l’affetto della gente, un rapporto decente con l’allenatore e nuovi stimoli la situazione si può ricondurre, altrimenti sia lui che il club dovranno per forza ascoltare le sirene di mercato. Al momento a Trigoria viene esclusa una cessione a gennaio: affari di questo genere difficilmente si concretizzano nel mercato di riparazione. Ma il Psg di Ancelotti è pronto a farsi sotto e quando si muovono gli sceicchi saltano gli schemi. La società aspetta come il giocatore e riflette sul da farsi.

Chi spingeva per la cessione riprenderà a farlo, chi continua a considerare De Rossi un punto fermo del progetto proverà a ricomporre i cocci per evitare il divorzio. Se la Roma fosse una normale azienda, certamente dovrebbe quantomeno pensarci: i 10 milioni lordi annuali dell’ingaggio (più ricchi premi) pesano in un bilancio ancora sofferente. Ieri il cda ha chiuso la trimestrale al 30 settembre con una perdita nel consolidato di 16,7 milioni. I costi sono cresciuti fino a 38 milioni, per fortuna aumentano anche i ricavi: da 18 a 21 milioni.

La Roma annuncia un incremento dell’esposizione per anticipazioni su contratti in essere e ulteriori interventi degli azionisti: dopo i 50 milioni già immessi da americani e Unicredit ne sono stati stanziati altri 30 da versare in due tranche. Venerdì arriva l’Ad Pannes per portare avanti i vari progetti. Dopo l’accordo con Philipp Plein per le divise (Osvaldo non l’ha indossata dopo il derby, ieri il club gli ha comunicato che lo multerà) è il turno della Volkswagen: lunedì allo stadio la presentazione della nuova partnership. Fuori dal campo si viaggia molto più veloce.

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