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IL MESSAGGERO Pjanic, l’insulto a Zeman diventa un giallo

Roma-Udinese Pjanic-Totti

(S. Carina) – Ha appena visto la parabola disegnata su punizione calciata da centrocampo superare Marchetti e finire in rete. È il 2-3 che riapre la gara. Pjanic saluta i tifosi romanisti indicando con i due indici la curva Sud. Poi si gira verso la panchina e pronuncia due insulti in italiano, per proseguire in lingua madre. Cangelosi, il vice di Zeman, si gira verso il tecnico e, a domanda, sussurra: «Ce l’ha con te».Effettivamente è l’impressione di chi assiste alla scena allo stadio.

Finisce la gara. Dopo la doccia, il centrocampista esce dagli spogliatoi e prende la via della mix zone. Passa davanti alle telecamere di Sky, Rai e Mediaset e non si ferma. Stesso copione dinanzi alle radio locali e ai giornalisti di carta stampata. Ha appena iniziato la salita che porta ai pullman quando viene rincorso dalla responsabile della comunicazione del club. Con lei prende il via una discussione animata, ascoltata senza difficoltà da chiunque sia nei paraggi. «Il mister ha capito così, se non parli succede un casino», sono le parole con le quali si cerca di convincere Pjanic a fare marcia indietro e presentarsi a Roma Channel. Il bosniaco, però, incurante delle sollecitazioni prosegue verso il pullman.

Dopo pochi minuti, eccolo tornare sui suoi passi. Per la società, sarebbe stato proprio l’ex Lione ad inviare un sms alla responsabile della comunicazione con il quale spiegava di aver cambiato idea ed essere pronto a spiegare come i suoi insulti non fossero rivolti a Zeman.Più rumors interni, invece, vogliono il calciatore obbligato dal club – resosi conto di come il caso stesse montando minuto dopo minuto – a presentarsi al canale tematico e fare chiarezza.

Chi è presente in mix zone, vede un addetto di Roma Channel che va nella zona dei pullman e torna con il calciatore, visibilmente contrariato. Una volta davanti ai microfoni amici, Pjanic fornisce una versione diversa da quanto anche il vice di Zeman, Cangelosi, aveva inteso durante la partita: «Ho detto qualcosa dopo il gol ma era per me, ero arrabbiato della situazione e del risultato. Ero arrabbiato perché non era un gol importante, stavamo perdendo e in generale sono arrabbiato per la situazione. Ma non mi sono mai permesso di insultare nessuno dello staff, tanto meno il mister». Versione che il tecnico, almeno ufficialmente, accetta con la solita ironia che lo contraddistingue: «La reazione di Pjanic? Penso che fosse felice per aver fatto gol… Insulti verso di me? No, ha già spiegato di no».Stesso copione, il dg Baldini: «Se il ragazzo si è spiegato, che altro c’è da aggiungere?».

Tornando al calciatore, dopo aver espresso la solita sindrome di accerchiamento che sembra aver colpito chiunque frequenti il Bernardini – «Mi sorprende quello che sta succedendo, anzi non sono sorpreso perché qui c’è sempre chi vuole andare contro la Roma e questo non mi piace» – prova a motivare le continue esclusioni: «Perché Zeman non mi fa giocare? Non lo so, non ho avuto confronti col mister: accetto le sue decisioni. Mi alleno bene, faccio il massimo e lavoro tanto per giocare. Le scelte poi spettano all’allenatore. Forse mi devo adattare, ma io faccio il massimo che posso e state certi che resto fino alla fine, sono un professionista e non mollo».

 

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