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GAZZETTA DELLO SPORT Roma, riapre Zemanlandia Quattro gol con vista derby

Totti esulta dopo il gol

(R. Palombo) – Alzi la mano chi dopo il solito 2-0 della prima mezzora non si è preoccupato, ripensando alle rimontone con sorpasso di Bologna e Udinese consumatesi nello stesso Olimpico. Ma questa volta per la Roma era impossibile farsi male da sola. Di fronte aveva un Palermo che più mediocre non si può, serio candidato alla retrocessione. E così i gol alla fine sono diventati quattro, per la gioia del trio meraviglia Totti-Osvaldo-Lamela, tutti a segno, e anche per il sorriso del subentrato Destro, durato però pochissimo causa espulsione per doppio giallo. La solita maglia levata a metà per festeggiare il primo gol stagionale, sette minuti dopo essere entrato e due minuti dopo aver preso la prima ammonizione: non il massimo della saggezza, insomma. Al di là del finalino di Destro, cui si è aggiunto l’inutile gol di un altro subentrato, Ilicic, la Roma si conferma con questo 4-1 la più formidabile macchina da gol del campionato. Quanto alla strada che ancora c’è da percorrere per non essere anche squadra-colabrodo, non era il Palermo l’avversario giusto per dirlo. Ma il sesto posto ritrovato a una settimana dal derby, fa respirare, tanto più che sull’altra sponda il poker è arrivato alla rovescia, sempre con la Sicilia di mezzo.

Totti show Gol numero 219, gol dell’1-0 facile nel tap in di testa dopo la respinta palo-portiere su una prima zuccata, e soprattutto prestazione eccellente, fatta di assist, rincorse e repertorio assortito. Nella sua scia Osvaldo e Lamela diventano irresistibili, certificando una crescita importante anche a livello di intesa. Zeman, nel frattempo, aggiusta il resto della compagnia: Burdisso in mezzo alla difesa a fianco di Marquinhos offre maggiori garanzie dell’ultimo Castan, e aiuta a far passare in secondo piano il negativo rientro di Balzaretti. Ma è in mezzo, con Bradley, Tachtsidis e Florenzi, tre umili lavoratori del pallone, che la Roma acquista maggiori certezze. L’acciaccato De Rossi e l’impalpabile Pjanic, osservatori interessati in panchina, prendano nota.

Palermhorror Come abbia fatto Gasperini ad arrivare fin qui con una serie positiva lunga cinque partite (una vittoria e quattro pari) è un piccolo mistero. Peggior attacco del campionato, con sole 8 reti all’attivo, il Palermo si incarta nei suoi schemi variabili, dal 3-5-1-1 iniziale al 4-2-3-1 che scatta molto presto, subito dopo l’1-0, non sufficienti a nascondere i limiti strutturali di una squadra che Zamparini rivoluziona stagione dopo stagione in modo esagerato. Il fatto che il primo gol sia viziato da una spinta di troppo di Osvaldo su Munoz è solo una pallida attenuante, e già prima del 2-0 il mediocre arbitro De Marco restituisce la cortesia a Munoz ignorando il suo fallo da ultimo uomo su Osvaldo. Il gol del 2-0, poi, è una comica: uno scontro aereo tra Munoz e Ujkani del quale Osvaldo è comunque molto bravo ad approfittare. Le mosse di Gasperini, Pisano subito ammonito (causa Lamela) spostato da sinistra a destra e poi tolto per fare entrare Bertolo tra i tre dietro Miccoli e riportare Morganella sulla linea difensiva a quattro, producono poco. Ilicic subentrerà a Kurtic poco dopo l’inizio della ripresa, ma prima di mettere in moto le sue lunghe leve la Roma avrà preso il largo con Lamela (assist di Tachtsidis) e Destro (assist di Osvaldo), subentrato a Totti. Che si prende, con largo anticipo, una sacrosanta standing ovation.

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