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AS ROMA Platini: “Totti è un grandissimo giocatore. Ha preferito vincere meno per restare a Roma”

Michel Platini

In una lunga intervista, il presidente Uefa Michel Platini ha parlato di calcio internazionale, di Serie A, di Roma e di Francesco Totti:

Platini, cosa pensa del campionato italiano?
«Sì, recentemente ho visto Juventus-Inter e Lazio-Roma. La vostra Serie A rimane interessante ed esprime sempre un buon calcio, anche se molti campioni adesso giocano altrove». (…)
L’arbitraggio di Tagliavento ha fatto molto discutere complici gli errori commessi.
(Ride) «In Italia è sempre la stessa storia… E se un giorno gli arbitri entrassero in sciopero per tutte polemiche? Come fareste a far giocare le partite?».
Crede che la Juventus sia ancora favorita per lo scudetto?
«Sì, per me è ancora la candidata numero uno».(…)
Anche l’Uefa è stata “investita” dalla polemica sui 28/30 scudetti bianconeri con una lettera spedita da Torino.
«E’ una cosa italiana, l’Uefa non c’entra niente».
Che effetto le fa non vedere lo squalificato Conte in panchina nelle gare di Champions League?
«Rispetto le decisioni prese dagli organi della giustizia sportiva italiana. Non ho seguito questa vicenda (il calcioscommesse, ndi), ma la Federcalcio ha deciso e noi ci adeguiamo».
Grazie al suo nuovo stadio la Juve è la società italiana più all’avanguardia?
«Sì, lo stadio permette di avere ricavi importanti per la gestione del club. Le perdite delle grandi società italiane sono dovute principalmente all’assenza di impianti moderni e di proprietà. Per questo quando abbiamo stilato le regole del fair play finanziario abbiamo inserito la possibilità di fare investimenti sui giovani e sulle infrastrutture senza che questi costi incidessero sui debiti».
La maglia numero 10 della Juve che è stata sua, di Baggio e di Del Piero adesso non la indossa nessuno. Giusto così?
«Se fosse successa la stessa cosa in passato, dopo Sivori non l’avrebbe più portata nessuno. Per me è meglio che qualcuno ce l’abbia perché la 10 per i bambini ha un fascino particolare». (…)
Zanetti e Totti, le bandiere di Inter e Roma, invece, rimarranno fedeli fino all’ultima partita della loro carriera.
«Entrambi giocano bene, sono titolari e hanno la fiducia dei rispettivi allenatori. Finché stanno così, fanno bene a non andarsene. Quando però non saranno più titolari e staranno più in panchina che in campo, meglio che smettano o che cambino squadra».
Totti è il terzo miglior marcatore della storia della Serie A eppure ha vinto poco: ha sbagliato a restare alla Roma tutta la carriera?
«Da anni dico che Totti è un grandissimo giocatore, uno dei migliori italiani di sempre. Se fosse andato in un’altra società probabilmente avrebbe vinto di più, ma credo sia stato felice di alzare qualche coppa in meno pur di restare tutta la carriera alla Roma. In questo mi ricorda Zico: era un fenomeno, ma scelse l’Udinese e, non andandosene mai, non vinse».
Anche il calcio italiano in generale non attraversa un gran momento e nel ranking europeo perde posizioni.
«Il ranking Uefa è l’espressione dei risultati di un Paese e per risalire la classifica bisogna far parlare il campo. Il nome di una nazione non conta niente: per avere più squadre nelle coppe devi vincere».
La Serie A secondo lei è in crisi?
«Io non vivo nel momento, ma nel tempo. Quando ero in Italia, negli anni 80, le squadre potevano avere 2 soli stranieri, poi sono state aperte le frontiere e sono arrivati grandi giocatori. La storia è fatta di cicli: adesso parecchi campioni vanno altrove, ma tra qualche anno magari torneranno da voi. A livello di nazionale però mi sembra che stiate andando bene visto che siete arrivati in finale agli Europei».(…)
Anche tra i tecnici c’è aria di rinnovamento. Si aspettava così tanti giovani sulle panchine della Serie A?
«Conte, Stramaccioni, Montella e altri tecnici hanno avuto un’opportunità perché diversi grandi allenatori italiani hanno trovato lavoro all’estero. Se Ancelotti, Capello, Mancini, Spalletti e gli altri fossero rimasti in Italia, non so se ci sarebbe stato spazio per i giovani».(…)
Secondo lei nel calcio la sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti delle grandi squadre esiste?
«Dovete chiedere a Collina o agli arbitri, non a me».
Quando era alla Juve ha mai avvertito che i direttori di gara avevano “rispetto” per i bianconeri?
«Dire che l’ho “avvertito” è poco perché tutti ne parlavano. Quando sono arrivato in Italia non si era ancora spento l’eco delle polemiche tra Juventus e Fiorentina per come si era concluso il campionato 1981-82 (scudetto all’ultima giornata ai bianconeri grazie a un rigore non concesso al Catanzaro, avversario dei bianconeri, e al pari della Fiorentina a Cagliari, con un gol annullato a Graziani, ndi). Prima di capire il calcio italiano, ho capito che tutti criticavano la Juve. Succede sempre a chi vince».
E così, quando andavate in trasferta, vi urlavano spesso “ladri”.
«Dal campo non l’ho mai sentito e comunque con la squadra che avevamo non avevamo bisogno degli arbitri per vincere. I direttori di gara sono essere umani e possono sbagliare».
Lei da presidente dell’Uefa ha introdotto gli arbitri d’area per limitare gli errori.
«Un solo arbitro non basta e invece adesso che in campo ce ne sono 5 in grado di comunicare tra di loro c’è l’opportunità di vedere tutto quello che succede. Questo non vuol dire che non ci sono o non ci saranno degli errori perché l’interpretazione di un episodio può essere sbagliata, ma ora chi dirige, rispetto a 100 anni fa, ha più controllo sulle partite ed è aiutato. Io voglio questo: aiuto per chi deve fischiare e decidere in pochi secondi».
Qualche settimana fa, però, lei ha detto “Se in 5 non sono capaci di vedere bene, cambino mestiere”.
«Giusto e lo ribadisco perché adesso le azioni si possono seguire bene, ma per esempio i fuorigioco rimangono difficili da valutare. Pensate che su certi episodi non si trovano d’accordo neppure le persone a casa, sedute davanti alla tv e con mille replay disponibili».
La moviola non potrebbe aiutare?
«Con la moviola nel calcio, un’azione non finirebbe mai e poi vorrei capire come sarebbe utilizzata. Per un fallo non fischiato a metà campo dal quale nasce una rete? Per un calcio d’angolo non assegnato? Per un rigore non concesso o concesso ingiustamente? Il gioco deve essere continuo, non si può vivisezionare ogni azione anche perché si possono trovare molti spunti per chiedere la moviola. Io sono a favore della giustizia, ma la giustizia non è data dalla moviola. Non dimentichiamo poi che la moviola costa molto perché le tv non darebbero gratuitamente l’utilizzo delle loro telecamere. E chi gestisce le telecamere? Sicuri che non ci sarebbero polemiche su come verrebbe schiacciato un bottone o su come verrebbe visionato questo o quel filmato? Quando c’è di mezzo un essere umano, l’errore è sempre possibile».
La moviola non sarebbe utile neppure per il gol-non gol?
«Una stagione con 5 arbitri per la Champions League e l’Europa League costa 2 milioni di euro. Per avere nelle stesse gare la “goal-line tecnology” dovremmo pagare il primo anno 32 milioni di euro che salirebbero a 54 in 5 stagioni. E Blatter dice che costa troppo tenere 5 arbitri a partita… Mi fermo qui e non parlo del 5% che la Fifa prende di tassa per la “goal-line tecnology”…».
Raiola ha criticato duramente Fifa e Uefa perché sono arretrate e “mafiose”. Vuole rispondere?
«Raiola? Non so chi è. Mi sono informato solo dopo che ho letto le sue frasi. Lasciamo stare».
Nel 2020 è possibile un Europeo con partite giocate in 13 Paesi diversi?
«E’ una mia idea che viene discussa in queste settimane dalle varie Federazioni. Ci sono e ci saranno meeting e vedremo a fine anno quale sarà la decisione».

 

Fonte: corriere dello sport

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