RAGGI X Castan, il nuovo muro viene dal Brasile

Leandro Castan

Leandro Castan, arrivato in estate dal Corinthians, è stato fin da subito individuato come uno dei migliori acquisti della finestra di mercato estiva della Roma, e forse dell’intero campionato italiano. Acquistato da Sabatini per soli 5 milioni di euro sta ampiamente dimostrando di meritare quanto speso per lui; anzi, forse la cifra sborsata da Sabatini è inferiore al reale valore del roccioso difensore centrale verdeoro.

Leandro Castan da Silva è nato a Jau, il 5 novembre 1986, è alto 186 cm per 80 kg di peso forma. Di professione fa il difensore centrale, con chiare caratteristiche del leader arretrato, ma, all’occorrenza, può anche occupare la posizione di terzino sinistro o di mediano bloccato davanti la difesa. Secondo molti ricorda il miglior Lucio: roccioso, cattivo e dotato di un ottimo piede, con una particolare propensione a superare la metà campo palla al piede.

CARRIERA. Cresciuto calcisticamente con la maglia dell’Atletico Minero, squadra con cui ha esordito anche nella massima serie brasiliana, arrivando a collezionare 25 presenze, prima di trasferirsi per la prima volta in Europa, in Svezia. Infatti nell’estate del 2007 è l’Helsingborg ad acquistare il suo cartellino, avendo da subito intravisto le ottime qualità del giovane calciatore; ma la sua prima avventura nel Vecchio Continente non è sicuramente da incorniciare. Complice la giovane età, Leandro non riesce a convincere, e colleziona solo 7 presenze (4 in campionato e 3 in Europa League). Nella competizione internazionale riesce anche a segnare una rete, contro il PSV.

Così il giovane Castan, dopo una sola stagione, torna a casa, per vestire la maglia del Gremio Barueri. Giocherà 33 gare – segnando 1 rete –  prima di trasferirsi al Corinthians, dove si imporrà e affermerà, attirando su di sè, nuovamente, l’interesse  di club europei, tra cui la Roma. 89 presenze e 2 reti con il Timao, ma soprattutto un campionato vinto ed una Coppa Libertadores. Titolare nella squadra più è europea del sudamerica, leader di un sistema perfetto, non in linea con il calcio spettacolare tipico delle squadre brasiliane, ma vicino alla compattezza classica delle europee. In molti nutrivano dei dubbi su Castan perchè non riuscivano a capire se era il sistema difensivo del suo allenatore ad esaltarlo o era lui ad esaltare quel sistema difensivo. Ad oggi possiamo dire con ferma convinzione che lui era la forza di quella squadra, che dalla sua cessione in poi ha perso la compattezza difensiva che l’aveva distinta.

LA ROMA. 7 le presenze collezionate da Castan in giallorosso, sempre impiegato dal primo minuto. Sarebbero state 8 se Cellino non fosse impazzito nella notte precedente a Cagliari-Roma, che ancora non si sa se verrà disputata o verrà confermata la vittoria a tavolino della Roma. 630 i minuti in cui è stato in campo: tanto gli è bastato per convincere tutti, tifosi e addetti ai lavori, della sua ottima qualità, tanto da conquistare anche la prima convocazione con la sua Nazionale. Insuperabile, quando si passa dalle sue parti bisogna sperare nella fortuna per saltarlo: nel corso di questo inizio di campionato ha vinto il 76.1% dei contrasti affrontati (54 contrasti vinti per la precisione). Dato che ha portato qualcuno a paragonarlo anche al vecchio muro giallorosso: Walter Samuel. Ma il brasiliano, che punta molto alla concretezza, quando può mostra un ottimo piede e delle ottime qualità in fase di impostazione: il 92% dei passaggi effettuati, infatti, ha buon fine; il dato si abbassa leggermente quando supera la metà campo (85.2%). Forte anche nel gioco aereo, dove ha vinto 10 contrasti, contro i 6 persi. E’ tra i giocatori che hanno recuperato più palloni nella squadra di Zeman: 41.

BRASILE. Il 27 settembre 2012 il telefono di Castan ha squillato: la chiamata era di quelle che un calciatore, specie se brasiliano, sogna fin da bambino, ma che non crede mai possa arrivare. Era la sua Nazionale, era la convocazione per le due amichevole contro Iraq e Giappone. E se durante la prima goleada Leandro è rimasto a guardare, nella seconda gara, complice l’infortunio di Marcelo, è sceso in campo, in un ruolo non suo. Ha, infatti, esordito contro il Giappone occupando la posizione di terzino sinistro, giocando decisamente bene, contro la squadra di Zaccheroni, che non ha mai sfigurato da quando ha l’ex tecnico del Milan in panchina. Il suo obiettivo, ovviamente, è quello restare in Verdeoro a lungo, cercando di conquistare un posto da centrale, ruolo in cui si esalta particolarmente, e vuole riuscirci grazie anche grazie alla Roma.

 

Luca Fatiga


Top