IL TEMPO “Do sempre il massimo”

Osvaldo

(A. Serafini) – La Roma nazionale trascina gli azzurri di Cesare Prandelli, che con De Rossi prima e Osvaldo poi lanciano un bel segnale nella capitale, spondaZeman. E per l’italo argentino, la visione di microfoni e telecamere, consegna la possibilità dell’ultima parola, almeno per il momento: «Tutto si può dire tranne che non mi impegno. La realtà è che sono andato in panchina contro la Sampdoria come altri giocatori. Non c’è bisogno di un chiarimento, anche se sono un po’ dispiaciuto delle dichiarazioni del mister». Mentre De Rossi sceglie la via del silenzio, l’attaccante ci tiene a precisare che l’impegno, in azzurro come nella Roma, è sempre massimo: «Parlo per me, e penso anche per Daniele. Cerco di dare tutto e farmi trovare sempre pronto quando vengo chiamato in causa. Alla fine credo che il lavoro paghi sempre e il campo è il miglior giudice. Non mi sento un punto fermo, ognuno deve guadagnarsi il posto». Chiuso il discorso Roma, c’è tempo anche di parlare della gara, e di quel gol che ha chiuso definitivamente i conti: «Sono sempre soddisfatto quando segno, ma non è un gol diverso dagli altri. Devo soltanto ringraziare De Rossi per quell’assist splendido». E i complimenti ai due romanisti alla fine arrivano anche dal ct: «I giocatori non devono rispondere a parole, ma sul campo. Hanno fatto una grande partita».

Una gara, che tralasciando l’imbarazzo sulle decisioni di altri colleghi, ha consegnato aPrandelli tre punti, guadagnati con un pizzico di sofferenza di troppo: «Non pensate che sia stata una gara semplice, questo è un campo molto difficile con un avversario ostico. Abbiamo creato almeno 7-8 palle e questo dice tutto». Conquistato il primato nel girone B, ora si penserà soltanto alla sfida di San Siro con la Danimarca: «L’importante ora è continuare a creare la profondità e l’ampiezza di gioco che ho visto questa sera: come questa Italia sa fare. Personalità e coraggio dimostrano che viene messo in pratica quello che viene provato durante la settimana, anche con i propri club». Arrabbiato come non mai per il momentaneo pareggio degli armeni, il ct non può far a meno di commentare le discutibili decisioni arbitrali: «Difficilmente protesto così, però questa volta tutti abbiamo avuto la stessa sensazione. Quando si scontrano due giocatori di testa il gioco va fermato». Un colpo che però non ha fermato la corsa di Maggio, freccia inesauribile sulla fascia nonostante un momentaneo sbandamento: «Ho avuto qualche giramento di testa ma nulla di grave. Sul momento, non ricordo nulla anche se tutti dicevano che sarebbe stato giusto fermarci, ma la cosa fondamentale era portare a casa la vittoria».

 

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