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IL MESSAGGERO La Roma è sbocciata

Lamela esulta

(U. Trani) – È il gioco che appare improvvisamente e che ora dovrebbe far acquistare convinzione al gruppo. Zeman riparte da De Rossi e Osvaldo, i due esclusi che, dopo i nove giorni passati con Prandelli in nazionale e da titolari, ritrovano il posto anche in maglia giallorossa e diventano fondamentali, soprattutto il secondo, nella notte di Marassi, anche per dimostrare all’allenatore di non essere scansafatiche. Sono i due azzurri le uniche novità rispetto alla gara vinta, prima della sosta, contro l’Atalanta. Il centrocampista spinge Bradley in panchina e il centravanti gioca dall’inizio pure perché Destro è rimasto a casa, bloccato da un guaio al polpaccio.

La partenza della Roma è da brividi. È Marassi, ma sembra lo Juventus stadium. In un quarto d’ora il Genoa è già avanti due gol. Borriello è decisivo in entrambe le azioni dei due gol rossoblu. L’ex attaccante giallorosso, qui in prestito, non può nemmeno contare sul partner Immobile che inizia in panchina, perché debilitato dall’influenza. Ma nel 4-4-2 di De Canio si trova alla grande: di tacco, su cross dalla sinistra di Antonelli, acchitta la palla a Kucka che, da fuori area, piazza di destro a giro sul palo lontano: 1 a 0 al settimo. Il raddoppio grazie ancora a Borriello che scende a sinistra e mette in mezzo per Jankovic: conclusione al volo e traversa, poi sulla respinta, Kucka di testa appoggia a Jankovic che sigla ildue a zero al quindicesimo. La trama è simile. A destra Piris si fa sorprendere, De Rossi non copre e Tachtsidis, sulla seconda rete, dorme e non respinge.

Ma la Roma, stavolta, non sbanda. Dopo la parata di Stekelenburg su Borriello, i giallorossi a metà tempo riprendono in mano la partita e si tengono stretta l’iniziativa fino all’intervallo. Riescono, però, a conquistare il pareggio grazie all’ennesima prestazione sublime di Totti che prima segna la rete utile a riportare in corsa i compagni, destro in diagonale al ventisettesimo (nono gol a Frey, il portiere più battuto dal capitano, in A, con l’amico Buffon), e allo scadere del tempo inventa l’imbucata per Piris che da destra, con un’accelerazione improvvisa, va sul fondo a calibrare il cross per Osvaldo che di destro al volo pareggia al quarantaquattresimo. Il risveglio di Piris, suo anche l’assist di testa per la rete di Totti, incide sul risultato nella prima parte, ma anche la voglia di Osvaldo e Lamela, la rabbia di De Rossi e la corsa di Florenzi. Dietro Castan è più lucido di Marquinho che a volte sembra troppo esuberante e abbandona il centro dell’area per andare ad aiutare Piris, con la conseguenza di lasciare scoperta la sua zona. Il recupero è il frutto del gioco che finalmente si vede. Al Genoa non basta più aspettare i giallorossi, per infilarli poi in contropiede. Fisicamente la Roma è superiore. Tachtsidis, confermato da centrale, acquista sicurezza quando la squadra conquista campo e gli interpreti si sistemano meglio in campo.

La ripresa è anche migliore. Osvaldo fa centro di testa, saltando in libertà sul corner di Florenzi: 3 a 2 all’undicesimo e quinta rete del torneo per il centravanti (ottava stagionale, comprese le tre in azzurro). I giallorossi, tenendo alto il ritmo, schiacciano gli avversari e soprattutto, con pressing e aggressività, non li fanno avanzare. De Canio vuole in campo forze fresche e fa entrare, prima della seconda rete di Osvaldo, Immobile per Jorquera e a seguire Bertolacci per Seymour e Melazzi per Antonelli. Rimane, però, in dieci al minuto trentatre: si fa male Borriello e non può essere sostituito. Tocca a Pjanic per Florenzi, mentre Totti chiude la sua esibizione con un’azione insistita che porta al 4 a 2 di Lamela: sinistro dolce al trentottesimo, come la notte di Genova.

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