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IL FATTO QUOTIDIANO Quegli arbitri da quattro milioni (di danni)

Bergamo e Pairetto

(A. Ziliani) – Nella lista degli arbitri e dei dirigenti condannati dalla Corte dei conti a risarcire la Figc per il danno d’immagine inferto ai tempi di Calciopoli (per una “violazione senza precedenti dei principi di lealtà sportiva”), c’è una speciale Top Five: quella composta da Bergamo, Pairetto, Mazzini, Lanese e De Santis, che dovranno risarcire 3,5 milioni dei 3.970 richiesti in tutto. Ricordiamone in breve le prodezze.

1 – BERGAMO, 1 MILIONE DI EURO E uno dei due designatori. Secondo la Corte, “le sue illiceità sono più gravi di tutti gli altri convenuti” perché nel suo rapporto con Moggi “dimostra una degenerativa assuefazione al disprezzo delle regole, alla collusione, ai giochi di potere”. Famosa l’intercettazione in cui con Moggi compila la griglia degli arbitri per il comico rito del sorteggio. “Aspe’… fammi piglia’ il foglietto!”, dice Big Luciano, che si mostra più informato dello stesso Bergamo sui movimenti dei fischietti: vuole che Papa-resta sia inserito in prima fascia, Bergamo gli dice che arbitra in Europa e non torna in tempo ma Moggi lo rimbecca: “Ti ha detto una cazzata, ritorna venerdì sera! Allora: Bertini, Paparesta, Trefoloni, Racalbuto… ci avevo messo anche Tombolini, però poi Tombolini ha fatto casino con la Lazio…”. Bergamo, timidamente: “E Rodomonti al posto di Tombolini?”. “Va pure bene!” , dice Moggi. “E allora la griglia s’era fatta uguale, vedi?”, chiosa sollevato il designatore.

2 – PAIRETTO, 800 MILA EURO
 Co-designatore. Secondo la Corte “in ruolo recessivo nei confronti di quello dominante del collega Bergamo”. Al telefono con Moggi fa la figura del Fracchia, un vero cacasotto. “Ma che cazzo di arbitro ci avete mandato?”, gli urla Moggi dopo Juventus-Djurgàrdens 2-2 preliminare di Champions (Pairetto è vicepresidente della commissione Uefa). Lui balbetta che “Fandel è uno dei primi…” ma Moggi lo zittisce: “Ma questo può andare in culo Gigi! Questo qui te lo dico io deve andare in culo, fidati di me! Ora mi raccomando per Stoccolma, eh?”, lo ammonisce. “Porco Giuda, mamma mia! — annaspa il servo Pairetto — Questa veramente dev’essere una partita che…”. Moggi: “Ma no, si vince! Però con uno come questo resta difficile. Capite?”.

3 – MAZZINI, 700 MILA EURO È il vice di Carraro, totalmente al servizio della Cupola che può decidere il destino di chiunque: vedi Fiorentina che sta rischiando di finire in Serie B. Mazzini chiama Moggi e cinguetta ilare: “Ho trovato Diego!”. Diego chi? “Diego Della Valle! M’ha detto mi raccomando, stiamo in contatto perché ora appena finito il discorso alla lega veniamo a parlare con voi perché dobbiamo fare tutto insieme… perché voi siete importanti, i più importanti di tutti, e dovete essere premiati! Per cui mi ha detto che ora verrà a parlare con noi, a offrirci grandi doni!”. Moggi: ” Vabbè vabbè, lasciamolo lavorare. Poi lo lavoro io questo stronzo di merda”. E Mazzini: “Bravo! Bravo!”.

4 – LANESE, 500 MILA EURO È il presidente degli arbitri, n a invece di difendere i suoi fischietti li scarica e li manda al macello. Come Paparesta, che in Reggina-Juventus 2-1 non concede un rigore e annulla due gol alla Juve, poi travolto e “sequestrato” da Moggi a fine partita. Lanese: “Non ti dico che ho vissuto in tivù, ero incazzato come una belva!”. Moggi: “E una cosa incre… è… una cosa incredibile!”. Lanese: “Lo so, non mi dire. Cioè, io so tutto perché l’osservatore è un mio amico e m’ha detto che t’ha visto entrare, cosa gli hai detto! Dice: ma io che devo fare? Tu, gli ho detto, non c’eri e ti fai i cazzi tuoi! Eh eh, giusto?”. Moggi: “Eh, gliene ho detto di tutti i colori!”. Lanese: “Lo so, lo so, so tutto gioia!”.

5 – DE SANTIS, 500 MILA EURO
 È il fiore all’occhiello della “combriccola romana di arbitri che controlla il sistema”, come da denuncia di Spinelli, presidente del Livorno, che subito viene punito: la Cupola manda De Santis a Livorno-Siena e la partita finisce 3-6 (!) con Galante subito espulso. A fine match De Santis telefona a Mazzini: “Hai visto? Pronti-via, uno fuori!”. Mazzini: “Povero Spinelli! Sei stato come al solito splendido!”. De Santis è il braccio armato della Cupola, l’arbitro capace di condurre le partite al risultato voluto. Come Lecce-Parma 3-3, ultima di campionato, dove la parola d’ordine è: “Salvare la Fiorentina” (Della Valle è ormai venuto a Canossa) facendo in modo che Parma e Bologna non vincano. De Santis pilota il pareggio con mano sicura e infierisce sul Parma facendone squalificare 5 giocatori. Al fischio fmale il dirigente Cinquini protesta. De Santis divertito telefona a Mazzini. “Io gli ho detto: scusa, ma che il problema è mio? Allora: io sono Massimo De Santis, arbitro di calcio, penso di saper arbitrare. A me non me ne frega un cazzo né del futuro del Lecce, né del futuro del Parma. I problemi sono vostri. Lei fa lo spareggio? E che ne so io! Stavo ad arbitra’…”. Ridono della grossa. Poi De Santis chiude: “Io m’ero messo avanti col lavoro, capito? Ho fatto 3-3!”. Altre risate.


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