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GAZZETTA GIALLOROSSA Lazio-Roma, due ore di fila per un biglietto: la storia del “segnaposto” mancante

Curva Sud Roma

Alle ore 10 di questa mattina è scatta la prelazione per i biglietti del derby, che andrà in scena il prossimo 11 novembre allo Stadio Olimpico. A godere del diritto di prelazione da oggi fino a mercoledì saranno gli abbonati As Roma di Curva Sud e Nord, sia tesserati (provvisti di “Privilege Card”) che provvisti di voucher elettronico (carnet alias “As Roma Club Home”), i quali potranno confermare il proprio posto o acquistare un biglietto per un altro posto dello stesso settore. Partendo dal fatto che è possibile ritirare un biglietto a persona, e, alle 10 di mattina, la maggior parte della gente lavora (comunque c’è tempo fino a mercoledì sera, quindi qualcuno potrebbe ribattere che chi lavora la mattina può andarci il pomeriggio), chiunque questa mattina si era recato presso un punto vendita per acquistare il proprio biglietto al “modico” prezzo di 25 €, si aspettava di poter concludere tale operazione in un quarto d’ora massimo, per poi poter tornare alla propria attività. Nessuno mai si sarebbe aspettato che il quarto d’ora per una banale prelazione si sarebbe trasformato in mezz’ore ed ore di attesa.

Arrivato verso le 10 in un punto vendita abilitato, davanti a me avevo 5 ragazzi. Tra me e me mi sono detto: “Mezz’oretta massimo e torno a casa”. Neanche per sogno. Appena arrivato mi è stato detto che per ritirare, anzi acquistare, il biglietto del derby dovevo, oltre a mostrare l’abbonamento ed un documento in originale, consegnare una fotocopia di entrambi. Allora esci dal tabacchi e cerchi un posto che ti possa fare una fotocopia, ed intanto la prima mezz’ora se ne va via. Rientri con la fotocopia e pensi che ci stai quasi, quando dal di là del bancone arriva una voce: “A regà, se so bloccati i server”. Dentro di te pensi che magari è un problema di quel punto vendita, ma poco dopo entra un ragazzo, proveniente da una Lottomatica a Gregorio VII, che ti dice che tutti quanti i server sono bloccati. Sconfortato ti siedi ed aspetti. Intanto è passata un’altra mezz’ora. E si scopre che il motivo per cui i server si sono bloccati è perchè la Lazio non riconosce la Curva Sud 15/17 come curva ma come distinto. Come fosse il primo derby e la prima prelazione. Mah. Però a te la cosa non tange più di tanto, perchè in fondo non hai nulla da fare, ma ai ragazzi che stanno davanti a te sì: uno di loro infatti aveva chiesto un permesso speciale al lavoro, e passata un’ora sarebbe dovuto rientrare in ufficio. Ed imprecando a destra ed a sinistra ti guarda e ti dice una cosa che tu pensi da anni: “Ma nell’era dei computer, una cazzo di prelazione non si poteva fare direttamente dal pc di casa? Almeno me la facevo direttamente dall’ufficio”. E come dargli torto? Lo fa tutta Europa, ma d’altronde noi siamo in Italia.

In tutto ciò è passata già un’ora e un quarto, quando finalmente i server si sbloccano e riprende la vendita. Il ragazzo davanti a me si presenta al banco, con la sua “Privilege Card” e la fotocopia della stessa, con quella del documento, e consegna tutto all’operatore. Dentro di se pensa: “Finalmente ce l’ho fatta e torno al lavoro”. Un sogno. L’operatore infatti controllata la mole incredibile di carte consegnategli per un semplice biglietto di una partita di calcio, esordisce che non c’è tutto. Manca una cosa fondamentale: la fotocopia del “segnaposto”. Da non crederci. Il “segnaposto” sarebbe quel pezzo di carta che ti danno nel momento i cui acquisti un biglietto con la “Privilege Card”: caricandoti il biglietto sulla tua tessera del tifoso, sul segnaposto c’è scritto il numero del settore, l’ingresso, la fila ecc. Insomma è fondamentale per acquistare un biglietto, sopratutto in curva. Ma tornando al ragazzo, raggiante più che mai, se ne va verso casa “smadonnando” in non so quale lingua, alla ricerca di quel segnaposto che secondo lui aveva anche buttato.

Intanto sono passate circa due ore ed il mio turno finalmente arriva. Mi alzo contento, mi avvicino al bancone e consegno il plico di documenti (al prossimo derby chiederanno anche lo stato di famiglia) ed aspetto ansioso i miei biglietti. E dopo un altro quarto d’ora, visti i tempi biblici della macchinetta per stampare un tagliando, esco dal tabacchi con il mio biglietto.

Che dire. Nel 2012 fare due ore di fila per una semplice prelazione è semplicemente assurdo. Pagare un biglietto di curva 25 € ed uno di Monte mario 110 è vergognoso. Dover portare tremila documenti e fotocopie, codici fiscali, patenti e quant’altro per un biglietto di una partita di calcio, che seppure è il derby, è sempre una partita di calcio, è imbarazzante. Ma il discorso è sempre lo stesso e le conclusioni ogni volta sono identiche. L’obiettivo di chi ci guarda dall’alto è uno solo: svuotare gli stadi e riempire i divani. Perchè i contratti con le pay-tv portano dieci volte i soldi di un biglietto e di un abbonamento.Il meccanismo per far ciò è semplice: complicare le procedure. Ed il tutto fa si che chi lavora od ha altri impegni non possa acquistare i biglietti. O anche che chi, nonostante possa, non lo prende uguale. E purtroppo ci stanno riuscendo, perchè la gente che sento dire “ma chi melo fa fare, a casa si sta tanto bene” è sempre di più. Ma la sveltezza sta nel capirli questi stratagemmi e questi mezzucci di chi, vagliando tessere e divieti, fa finta di voler portare più gente allo stadio in sicurezza, ma con un solo obiettivo: svuotarli del tutto. Il divano sarà pure comodo, ma le emozioni che può darti un seggiolino blu sono indescrivibili!

Edwin Iacobacci


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