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GAZZETTA GIALLOROSSA Aldair: “Che emozione essere tra gli undici! Zeman? Non è cambiato. Castan? Gli eredi non servono”

Aldair e Capello

Inserito nella Hall of fame dopo anni e anni di servizio al centro della difesa giallorossa, l’ex campione d’Italia 2000/2001 Aldair Nascimento do Santos, o semplicemente Aldair, domenica,  poco prima del delicato match con l’Atalanta, entrerà a pieno titolo nella storia del club giallorosso. A questo proposito, a poche ore dall’evento, la redazione di GazzettaGialloRossa.it, lo ha contattato per esprimere un suo giudizio sull’iniziativa e non solo. Queste le sue parole:

Sul suo ritorno a Roma?

“Con la città sono rimasto a contatto, sono a Roma ogni due mesi”.

Sulla Hall of Fame?

“Sono felicissimo. Pensare di essere tra i migliori undici giocatori di una squadra di ottanta anni come la Roma è una grandissima emozione”.

Sei l’unico ex giocatore giallorosso a cui hanno ritirato la maglia…

“Non ci avevo neanche pensato (ride ndr). Anche quella è una grande emozione”.

Sulla Roma?

“Ho visto qualche partita, e secondo me può puntare alla Champions League. Purtroppo nelle prime uscite, ha regalato qualcosa di troppo come nella partita con il Bologna, ma con un po più di personalità sono sicuro che potranno fare molto bene, anche perché ci sono giocatori interessanti e un allenatore che fa lavorare forte”.

E’ più forte la prima Roma di Zeman o questa?

“Anche nella sua prima esperienza a Roma, Zeman aveva una buona squadra. Credo la nostra, ma bisogna vedere il risultato finale”.

Su Zeman?

“Non è cambiato, anche adesso gioca nello stesso modo. E’ il calcio che è diverso: le squadre sono più preparate e veloci”.

Su Castan?

“L’ho visto giocare nel Corinthians dove ha fatto molto bene, e secondo me sta facendo lo stesso anche qui a Roma, nonostante le difficoltà. Per uno che viene da un altro campionato, i primi sei mesi,  non sono molto facili, ma sono sicuro, e spero, che possa continuare a fare bene”.

E’ il tuo erede?

“No non serve, ognuno deve fare la sua carriera”.

A cura di Flavio Festuccia

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