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GAZZETTA DELLO SPORT Lezioni di Pjanic

Pjanic

(A. Pugliese) – È vero che ha già 5 campionati di livello alle spalle (4 in Ligue1 e uno in Serie A) e 25 partite diChampions League, ma è anche vero che ha soli 22 anni e che viene considerato un giovane, uno di quelli su cui costruire la Roma del futuro. A Cagliari, però, Miralem Pjanic così tanto giovane non ci si sentirà, visto che dalla cintola in su sarà lui il più anziano: con «Mira», infatti, a centrocampo ci saranno Tachtsidis e Florenzi, entrambi ’91, mentre in attacco si andrà ancora più in là, con Destro (’91), Lamela (’92) e Nico Lopez (’93).

Ripresa in vista «Fisicamente stiamo bene e da questo punto di vista la squadra migliora — dice Pjanic a Roma Channel — Andiamo a Cagliari per vincere e riprenderci i tre punti persi con il Bologna, una partita che non dovremo ripetere mai più. Non si può perdere in casa in vantaggio per 2-0: siamo scesi di ritmo nella ripresa, ma nel calcio può succedere di tutto e dobbiamo essere bravi a capire al volo i primi segnali. Il Bologna ha fatto 5 tiri e tre gol, assurdo. Dobbiamo imparare da questi errori e non ripeterli più». Per questo, Zeman in settimana ha lavorato molto sull’aspetto psicologico. «Abbiamo parlato molto tra di noi, ora non ci resta che vincere a Cagliari».

Domani Ma che partita sarà quella di domani all’Is Arenas? «Sono 15 anni che la Roma non vince su questo campo, sappiamo che ci attende una partita difficile — continua Pjanic —. Ci aspettiamo una squadra chiusa, che difenda bene e provi a sfruttare il contropiede. Starà a noi segnare subito per destabilizzarli, per avere più spazio per giocare tra le linee di centrocampo e attacco». Già, e chi avrà il compito di «cucire» i due reparti e costruire sarà proprio lui, che per l’occasione dovrebbe tornare a giocare a sinistra. «Per me non fa differenza la posizione dove vengo collocato, gioco dove Zeman vuole. A sinistra sono più abituato, è vero, ma a destra ho giocato anche lo scorso anno e ci gioco anche in Nazionale. Da centrale? Non è un problema, se Zeman me lo chiederà, sarò pronto a giocare anche lì, un po’ più basso»

Da Champions La speranza, è che la Roma non accusi il colpo psicologico di quegli ultimi 20 minuti con il Bologna e che sia sempre più zemaniana. «Quello che ancora ci manca ora è il fatto di giocare tutti insieme, facendo sempre i movimenti giusti. Ma il campionato è ancora lungo, abbiamo giocato appena tre partite. Serve pazienza, non corriamo. Resto dell’idea che la Roma è una delle tre favorite per il campionato, subito dietro Juventus e Napoli. Le milanesi? Verranno fuori, ma sono dietro. Piuttosto, la Fiorentina mi sembra una bella squadra».
Obiettivi Ed allora «Mira» punta a crescere ancora di più. Anche nei gol, come aveva promesso a luglio. «È vero, voglio segnare più della scorsa stagione, ma non mi metto pressione addosso per questo. Cerco di dare sempre il massimo per la squadra, perché nessuno è titolare a prescindere. E presto arriveranno anche i gol, magari il primo già a Cagliari. A Roma mi trovo come non mi sono mai sentito a Lione, qui i tifosi sono meravigliosi. Voglio fare una grande stagione per loro e per la Nazionale». Già, la Bosnia, l’altro orgoglio di Pjanic. «Puntiamo al Mondiale, stavolta abbiamo un girone più semplice del 2010 e dell’Europeo. Possiamo arrivare primi, il mio paese e io aspettiamo da anni di partecipare ad un evento così importante. Abbiamo tanti giovani talenti. Manca un po’ la qualità del lavoro, siamo un paese in costruzione». Come la Roma di Zeman, del resto.

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