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CORRIERE DELLO SPORT Al centro la Roma vale doppio

De Rossi

(R. Boccardelli) – Affermare che la Roma abbia piegato l’Inter a San Siro con il centrocampo di riserva non è proprio esatto. Però… Però quando De Rossi ha lasciato il campo per il pestone rimediato da Alvaro Pereira, Roma in vantaggio grazie al gol di testa di Florenzi, con l’ingresso in campo di Marquinho, dirottato sul centro-sinistra, il pacchetto dei tre, vale a dire Florenzi-Tachtsidis-Marquinho, era per l’appunto il terzetto di riserva di Bradley-De Rossi-Pjanic che avevano incrociato i tacchetti contro il Catania all’Olimpico nella prima di campionato (…)

FUNZIONALITA’ – Questo non vuol dire che le presunte riserve siano più forti dei presunti titolari, perchè scelti singolarmente, De Rossi, Bradley e Pjanic hanno un peso tecnico, atletico e specifico decisamente superiore agli altri tre. Però vuol dire anche che nel gioco di una squadra, in quello di Zeman in particolare, la funzionalità alla manovra è sicuramente più importante che altrove. Così un giocatore funzionale può ridurre, addirittura annullare il gap tecnico-atletico che lo vede in secondo piano. Zeman è troppo navigato per sapere che Florenzi-Tachtsidis-Marquinho non è il terzetto titolare, ma intanto ha incassato, insieme ai tre punti di San Siro, anche la conferma che quei tre sono validi, ci sanno fare. Anzi, sul piano teorico ma anche pratico, sono perfino più funzionali degli altri. (…)
IL GIOCO DELLE COPPIE – Florenzi ha sostituito l’infortunato Bradley e ha saputo cogliere l’occasione al volo: prestazione maiuscola, gol da incursore, gioco e corsa in verticale come vuole il boemo. Più zemaniano il ragazzo di Vitinia che l’americano a Roma, ma è un bell’andare con entrambi. Marquinho, che contro il Catania Zeman ha fatto curiosamente entrare (sbagliando) al posto di Lamela nei tre davanti, ha confermato di essere un ottimo intermedio di sinistra. E’ quello il ruolo in cui rende meglio e anche lui, come Florenzi, lo ha dimostrato contro l’Inter facendosi trovare pronto e coronando la buona prestazione con un gol quasi impossibile. E anche lui come Florenzi, ha fatto capire di essere un giocatore molto zemaniano: pochi fronzoli, buona interdizione e inserimenti senza palla nell’area avversaria. Pjanic tecnicamente è un’altra cosa, ma Zeman gli chiede più verticalità e più inserimenti senza palla in avanti. E poi Tachtsidis, che a dispetto della sua giovane età, al debutto in serie A e alla Scala del calcio, ha diretto le operazioni a centrocampo con calma ellenica e visione verticale. Con qualche pausa e qualche errore. Ma complessivamente bene. Infine Daniele De Rossi che forse più di tanti altri deve smaltire le scorie luisenriquiane. L’anno scorso il povero Daniele si dannava l’anima ovunque giocando per tre, chiudendo le partite con gli occhi di fuori, spesso con zero punti in tasca. De Rossi è un centrocampista universale di valore mondiale. (…)
FATTORE TOTTI – Ma in questa riflessione sui centrocampisti della Roma non sarebbe onesto non rilevare che spesso e volentieri la fase d’impostazione giallorossa s’illumina improvvisamente quando Totti retrocede in appoggio ai mediani e, da qualsiasi zona del campo fa partire i suoi assist e le sue idee di calcio superiore. (…)

 

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