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GAZZETTA DELLO SPORT Osvaldo e Lopez, magie. Ma Zeman e Roma steccano alla prima

Osvaldo Gol

(S. Vernazza) – Zemanlandia non tradisce. «Venghino, signori», al luna park del Boemo. Quattro gol, un palo e una traversa, tante azioni da una parte e dall’altra. Noi che siamo neutrali ci siamo divertiti. I tifosi della Roma no, perché volevano vincere e perché il primo gol del Catania è irregolare per fuorigioco e il secondo fa discutere, anche se le ultime moviole della notte sembrano propendere per la bontà della rete. Serpeggiano le prime dietrologie. Mormorii all’uscita: «A Zdenek già je fanno pagà le cose che dice sulla Juve». Cattivi pensieri, però è singolare che in apertura di campionato a Zeman, proprio a lui, capiti di pigliare due reti impapocchiate. Attenzione: abbiamo scritto «singolare», non «strano». All’ipotesi di un complotto anti-Boemo noi non crediamo.
Obbrobrio primo tempo Chiariamo. La Roma ha giocato maluccio. Si è intravisto qualcosa, ma più per rabbia e nervi che in forza del gioco zemaniano. Per i «vecchi», per quelli che c’erano nella scorsa stagione con Luis Enrique, non deve essere facile passare dalla manovra orizzontale a quella verticale. Il primo tempo è scivolato via nell’insipienza. Roma troppo «lanciosa». Molti spioventi alla ricerca della mitica profondità, nessuna combinazione alla Zeman. Elettroencefalogramma piatto sulla destra, dove Lamela è stato irritante e indiziato di scarsa combattività. Totti periferico a sinistra, fuori dalle solite rotte, ma capace di giocare qualche pallone dei suoi. Una Roma con linee scollegate e con gambe imballate. Per contro Catania spigliato: stesso sistema dei giallorossi (4-3-3), ma differente interpretazione, perché in fase di non possesso gli esterni d’attacco rientravano, facevano massa, si aggregavano in una specie di 4-5-1. Catania con l’arma in più, il «Papu» Gomez, scatenato sulla sinistra. E però il gol è arrivato in maniera casuale e irregolare: tiro di Almiron, carambola su un difensore romanista e palla a Marchese, che solo davanti a Stekelenburg ha messo dentro. Bisogna sottolineare che il terzino rossazzurro, al momento della conclusione «almironesca», era in chiaro fuorigioco. Sul finire del tempo, Gomez a tu per per tu con «Steke»: bravo l’olandesone a murare il piccoletto. Una parata decisiva, sullo 0-2 sarebbe stata durissima per la Roma.
Gagliarda ripresa Riemersa dall’intervallo, la Magica ha preso per il collo il Catania. Venti minuti furibondi, con Osvaldo in vetrina. Il «Johnny Depp de Trigoria» ha nell’ordine colpito un palo, tentato uno «scorpione» — colpo impossibile, di tacco in volo — e segnato il gol del pari con spettacolare sforbiciata su lancio di De Rossi, rete che da sola giustifica il prezzo del biglietto. Sembrava l’inizio del ribaltone, ma un’apertura di Lodi per Gomez ha colto la difesa romanista aperta come le acque del Mar Rosso a suo tempo e patatrac, 1-2. Qui però scatta la seconda pesante obiezione: Lodi, l’assist-man, era sul filo della linea del fuorigioco. Di qua o di là? Situazione estrema: con la moviola in campo si sarebbe tirato mattina a baccagliare. Per la Roma sembrava finita, ma Zeman ha azzeccato la mossa. Ha buttato dentro Nico Lopez e il ragazzo uruguaiano ha pescato il 2-2 nel recupero: su invito di Bradley, «sombrero» ad Alvarez e tiro vincente. Nemmeno il tempo di esultare e Catania vicino al 2-3. Traversa di Castro, a un attimo dalla fine. Cose che succedono a Zemanlandia.
Post scriptum La Roma ha giocato maluccio, ma le cifre sono chiare e impietose per il Catania. Zeman ha portato a casa vantaggio territoriale (65 per cento), possesso palla (61 per cento) e baricentro (la Roma si è difesa a 58 metri dalla propria porta). Le fondamenta sono state gettate, bisogna rifinire la costruzione. E tenete presente che ieri sera mancava Destro, squalificato. Buona Zemanlandia a tutti.

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