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IL ROMANISTA Sabatini: “Non penso che Luis resterà”

Waler Sabatini

(D. Galli) «Penso che Luis Enrique stia pensando all’addio». Già non alte prima della trasferta di Verona, scemano ulteriormente le possibilità che il tecnico spagnolo resti (per sua scelta) sulla panchina della Roma. Al momento, avvertono a Trigoria, è una su quattro. A confermare la possibilità di un imminente divorzio è Walter Sabatini, che in un’intervista concessa martedì a Mediaset Premium, subito dopo lo 0-0 con il Chievo, dice: «Questo è un pensiero mio, non è riconducibile a nessuna sua dichiarazione, ma penso che Luis Enrique stia pensando all’ipotesi dell’addio. Non sentendo il sostegno per se stesso non sente di poterlo trasferire alla squadra e quindi non vuole mettere la Roma, squadra e società, in una situazione di squilibrio ». «Il prossimo passo della società – avverte il diesse – è quello di confrontarci con Luis Enrique, cercare di capire quali siano le sue reali motivazioni e cercare di convincerlo. Luis Enrique è un ragazzo esageratamente onesto, è stato molto orgoglioso di allenare la Roma e lo è anche oggi. Deve decidere serenamente, non vogliamo pressarlo oltre misura, perché lui sa quello che è meglio per se stesso e per la sua famiglia. Noi vogliamo che lui rimanga, ma se così non sarà faremo altre scelte. Cinque minuti dopo l’ultima partita di campionato cominceremo a progettare il futuro». La situazione è semplice. Come spiega chiaramente Sabatini (che ieri ha festeggiato 57 anni lavorando a Trigoria), la Roma continua veramente a sperare che Luis Enrique non vada via. Squadra e dirigenti sono davvero dispiaciuti per il tecnico. È una persona splendida, commentavano anche ieri in società, per la Roma sarebbe una perdita importante. L’unico che potrebbe riuscire a convincerlo è Franco Baldini. Se non altro perché è lui che ha fortemente voluto Luis Enrique la scorsa estate. È stata del dg l’idea di prendere un allenatore lontano anni luce dalla realtà romana. Per dare un segnale di discontinuità. Per rompere con il passato. Un disegno coraggioso, senza dubbio.  L’assenza di risultati non ha però contribuito a creare il clima adatto. Luis Enrique si è sentito messo in discussione dall’ambiente. Premesso che il rapporto con la stampa non è mai stato tranquillo, i primi segnali di un travaglio interno si sono avuti una decina di giorni fa, in coincidenza di Roma-Fiorentina. Il giorno prima, Luis Enrique dice: «Quando la società dice che non ha più fiducia in me, vado via. Se i giocatori non mi seguono, vado via. Se i tifosi mi criticano, vado via. Se voi giornalisti mi criticate, non vado via». La Fiorentina è forse il punto di non ritorno. Perché la Roma perde ancora e la contestazione, stavolta, abbraccia tutto lo stadio. Per la prima volta, la Sud lo “scarica”. È una delle tre condizioni dettate in precedenza da Luis per mollare. E infatti l’allenatore sbotta: «State tranquilli, manca un giorno in meno a quando andrò via». L’avvertimento pare diretto esclusivamente ai mass media. Invece non è così, è rivolto a tutti, anche ai tifosi. Tanto che prima della trasferta di Verona, di nuovo in conferenza, il tecnico lancia un altro avviso ai naviganti: «Io so al 100% quello che devo fare». Fonti vicine all’allenatore però rassicurano: non è così, Luis Enrique non lo sa ancora. Le dichiarazioni di Sabatini immediatamente dopo il pareggio col Chievo aprono però scenari diversi. La Roma a questo punto è abbastanza pessimista. Se dovesse fallire anche Baldini nel tentativo di convincerlo a restare, Luis Enrique sarà l’allenatore giallorosso ancora con Catania e Cesena. Poi basta. E la Roma volterà pagina

 

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