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IL ROMANISTA Ok l’attacco ma quante carenze in fase difensiva

Luis Enrique

(G. Caccamo) – Partita giocata a viso aperto da due squadre che non hanno più nulla da chiedere al proprio campionato, partita che almeno nel primo tempo riesce a mostrare tutto il bene e tutto il male che la Roma ha evidenziato dal punto di vista tattico e tecnico nella sua tormentata stagione 2011-2012.

Enormi le potenzialità di gioco inespresse da metacampo in su: la varietà delle soluzioni offensive, l’imprevedibilità della manovra abbinata alla classe e all’inventiva degli avanti giallorossi, fanno da contr’altare alla fragilità difensiva, alla pessima disposizione in campo nella fase di non possesso palla, alla fragilità emotiva che si evidenzia alle prime avvisaglie di difficoltà nella propria area.

Se la manovra offensiva vive sugli alti e bassi di un reparto a sprazzi irresistibile nella ricerca dell’uno contro uno che permetta una facile battuta a rete, a volte invece lento e prevedibile con i classici errori sugli appoggi orizzontali, il discorso diventa complesso se indirizzato a valutare le gravi mancanze evidenziate nella fase difensiva romanista. Innanzitutto non è possibile prescindere dalle carenze tecniche dei singoli difensori schierati per tutta la stagione da Luis Enrique; discreta la propensione offensiva dei laterali chiamati nel modulo proposto dal tecnico asturiano ad un costante movimento su e giù per la fascia di competenza, ma scadente l’attitudine a difendere con una marcatura stretta sugli esterni avversari, liberi di giostrare con il pieno possesso della sfera, mai irretiti con una pressione sui movimenti senza palla, mai coperti nei tentativi di smarcamento. Solo a tratti, durante il campionato l’alternarsi delle discese sulla fascia ha consentito una migliore copertura difensiva; resta agli atti del campionato la totale inadeguatezza tecnica degli esterni difensivi romanisti. Molto simile il ragionamento sui centrali difensivi, con l’attenuante, non troppo marginale, degli infortuni patiti dal reparto.

Accademico il secondo tempo, con tanto possesso palla romanista, con una buona disposizione alla manovra, con una buona personalità e con una menzione speciale e mai tanto sentita per Cassetti, atleta serio ed eclettico forse dimenticato nella turnazione tra i difensori giallorossi.

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