“In un giorno in cui da una parte si piangeva la tragedia di Brindisi, con la vita spezzata di Melissa, e dall’altra le vittime del terremoto che ha messo in ginocchio l’Emilia, si va a fischiare l’Inno di Mameli? Un gesto assurdo. Siamo a livelli di follia”. Una ‘follià che può attribuirsi alla rabbia degli italiani “contro la classe politica, la crisi economica, la mancanza di lavoro, l’evasione fiscale”.
Ne è convinto il sociologo Domenico De Masi, che condanna senza appello i fischi partiti da una parte del pubblico dell’Olimpico, ieri sera, durante l’esecuzione di Arisa dell’inno nazionale prima della finale di Coppa Italia Juventus-Napoli. “Sono contento per la vittoria del mio Napoli -aggiunge De Masi- ma mi meraviglio che i giornali non abbiano commentato negativamente questa spiacevole vicenda dei fischi all’inno”. “La gente è arrabbiata -fa notare- non c’è lavoro e c’è crisi. E abbiamo dei politici che fanno pena, in un Paese che è meraviglioso. Il 70% degli italiani non paga le tasse, i negozi non fanno scontrini: è una criminalità diffusa di massa”. “Certo -spiega- il criminale cerca sempre un capro espiatorio, ma chi ha fischiato non era certo un cittadino esemplare. Ma come si permettono di fischiare? Tra loro e l’inno nazionale -taglia corto De Masi- c’è una differenza di dignità che non finisce mai…”.
Fonte: adnkronos