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CORRIERE DELLA SERA Prima forte scossa. E non finisce qui

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(A.Arzilli) – Se il terremoto è in arrivo, già come prima scossa non c’è male:Atalanta, Novara e Sienasono le prime di serie A a incassare il deferimento firmato martedì dal Procuratore federale Stefano Palazzi per il loro pregresso in B o perché hanno in organico un «taroccatore». Seguono Pescara e Sampdoria e altri 17 club tra cadetteria e Legapro, tutti rinviati al giudizio sportivo che si terrà nel tribunale allestito allo stadio Olimpico, forse l’unico posto in cui possano essere messi contemporaneamente alla sbarra gli 83 imputati. Oltre alle 22 società, 61 tesserati: tra loro Gervasoni e Carobbio, i due super pentiti che, insieme a Micolucci, hanno deciso di parlare alla Procura di Cremona, di fatto cucendo il canovaccio su cui si è mosso Palazzi in questa prima tranche di deferimenti. «Profili di assoluta credibilità e attendibilità», quelli dei pentiti, si legge nelle 267 pagine che spiegano i provvedimenti. L’ossatura dell’accusa, fatta di rivelazioni e ammissioni di colpa che si danno forza l’una con l’altra. Spesso anche auto accuse, come quella di Gervasoni che spiega come ha fatto saltare l’accordo in un Mantova- Brescia salvando («acrobaticamente », come da definizione di Pellicori) una palla sulla riga di porta. Elementi di verità, come certifica la Procura: «Altrimenti dovrebbe ritenersi che Gervasoni abbia rilasciato tali dichiarazioni in preda ad un ‘‘delirio calunniatorio’’ del tutto gratuito e che mal si concilia anche con la precisione e la rispondenza alla realtà di alcune delle circostanze indicate». E cioè i 33 tarocchi che la Procura ha fissato sulle carte e che hanno scatenato una bufera di responsabilità tra oggettive e presunte. Posizioni pesanti come quella dell’Albinoleffe e del Grosseto, club plurideferiti per illeciti commessi da loro tesserati. Ma soprattutto pesanti come quella dell’Atalanta, verso la quale Palazzi ipotizza «un coinvolgimento diretto», cioè con un mister X tra i dirigenti, nella combine col Padova orchestrata da Cristiano Doni. A lui, a Carobbio, a Cassano, a Bertani, Zamperini e Sartor viene contestato il reato associativo, di aver preso parte cioè al sistema internazionale dei tarocchi. Ci sono i riscontri dei pentiti, le ammissioni, le intercettazioni: «Se continuano andiamo tutti nei casini», diceva Doni. Tutti insieme lavoravano per pilotare i risultati e tutti insieme sono incappati nella violazione dell’articolo 9, un’eredità di Calciopoli che ha fatto finire nel faldone anche Sampdoria e Spezia, club che al momento hanno la sola colpa di aver tesserato un giocatore con le mani in pasta. Quasi come il Siena, che ora paga dazio per Carobbio, ma che prossimamente risponderà per le presunte 5-6 combine prese in esame nel prossimo dispositivo dopo le audizioni di presidente, Massimo Mezzaroma (rischio di responsabilità diretta), ed ex tecnico, Antonio Conte. Schivano il deferimento Torino e Verona, così come il Chievo, uno dei club caldi nelle previsioni. La partita incriminata (Chievo- Novara 3-0, Tim Cup) è tra quelle analizzate, i giocatori del Novara (Bertani, Fontana, Shala e Ventola) tutti inquisiti, e il Chievo si salva, ma continua a tremare per gli altri filoni di inchiesta. Ci sono ancora le carte di Napoli e Bari da valutare, con quelle Palazzi completerà la lista dei deferimenti per il secondo processo, dopo gli Europei. Allora sarà la volta delle «big»: Lazio, Napoli, Genoa, Lecce e Chievo. In questo quadro, il minimo, cioè l’«omessa denuncia», sarebbe una manna.

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