REPUBBLICA.IT Luis Enrique si affida a Totti “L’unico che mi dà una mano”

Totti e Luis Enrique

(M. Pinci) Totti e Del Piero, uno di fronte all’altro. Forse – probabilmente – chissà, per l’ultima volta, i due giocatori bandiera di Roma e Juventus si sfideranno domenica a Torino, dopo essere tornati decisivi per le loro squadre. Del Piero, in un’annata con tanta panchina, ha realizzato il gol vittoria contro la Lazio nel turno di campionato di mercoledì scorso, pochi istanti prima che anche Totti interrompesse un digiuno lungo 81 giorni per realizzare un gol altrettanto importante per la sua Roma, contro l’Udinese.

“È L’UNICO CHE MI DA’ UNA MANO” – Eppure, il capitano romanista era già da tempo tornato il leader in campo della squadra. È il 15 dicembre, la Roma reduce da due sconfitte di fila ospita la Juventus lanciatissima, dovendo rinunciare a tutta la difesa titolare, costretta a far debuttare De Rossi in difesa e Viviani a centrocampo. Ma è anche, soprattutto, il giorno in cui Totti si riprende la squadra con una prestazione, da titolare, che incanta il pubblico e Luis Enrique, nonostante un rigore sbagliato (meglio, parato da Buffon): colpi, assist (quello a De Rossi per il momentaneo vantaggio), movimento e personalità. Da quel momento, l’allenatore asturiano non ha più fatto a meno di lui: “È l’unico che anche se non è al cento per cento, anche da fermo, mi dà una mano”, il ritratto del capitano fatto dal tecnico a persone fidate, solo pochi giorni fa. Un’idea molto diversa da quella che aveva invece appena messo piede a Roma.

DALLA FRATTURA ESTIVA ALLA STIMA – All’alba della sua esperienza romana, alcuni spifferi di Trigoria – e non certo di chi a Trigoria doveva ancora mettere piede – segnalavano all’attenzione di Luis un capitano versione capoclan, bizzoso e capriccioso. Ne nacque un fraintendimento che condizionò le prime esibizioni della sua Roma, innervosendo squadra e ambiente a cavallo delle due gare di Europa League. In autunno l’infortunio del numero 10, la Roma che stentava, il rientro part-time di Totti con il Lecce e il nuovo stop. Solo spettatore a Udine, solo panchina nel disastro di Firenze: “Non stava bene ed era ingiusto farlo entrare sul 2-0”, disse l’asturiano. Forse il punto più basso del loro rapporto. Poi, nella settimana più dura, di fronte alla voglia di Totti di mettersi a disposizione nonostante una forma precaria, il ripensamento: titolare contro la Juventus, l’inizio di una striscia di risultati positivi, la consapevolezza del numero dieci di trovarsi di fronte a una persona leale. “È uno vero, teniamo a lui perché è un grande allenatore”, giurava Totti dopo il gol all’Udinese, solo 5 giorni fa. Parole di stima reale, da consolidare, magari, con un successo in uno stadio in cui Totti non ha ancora segnato (unico precedente nello 0-3 in coppa Italia del 24 gennaio), e in cui nessuno ha mai vinto. Basterà per sperare?

DOMANI LA RIPRESA A TRIGORIA – Da domani, Totti e Luis Enrique torneranno a prepararsi al match, dopo un altro giorno libero concesso dal tecnico alla squadra. Qualcuno, come Bojan, ne ha approfittato per passare un pomeriggio a Trastevere, regalando a twitter foto e impressioni della passeggiata romana. Altri più discreti hanno preferito scaldarsi al timido sole di Ostia, senza pubblicizzare troppo la gita marittima. Un’occasione che, non avendo Ostia a meno di un’ora da casa, non hanno potuto cogliere i sostenitori juventini, che in meno di 40 minuti hanno liquidato i biglietti per il match di domenica sera, complice forse il digiuno dello scorso weekend. Un nemico in più per la Roma, che quantomeno si difende su internet: il portale facebook del club festeggia un milione di iscritti, “E adesso subito a due milioni”, incita Totti. Il direttore dello sviluppo digitale, invece, Shergul Arshad, non si ferma: “Tra stasera e domani inizieremo anche un altro progetto molto interessante sul web”, ha detto a Radio Ies. Tornando poi sull’importanza dei social network in un club di calcio: “E’ fondamentale sentire la società vicino ai tifosi perché così cresciamo insieme, l’obiettivo è quello di far crescere il brand nel mondo”. Peccato che la realtà virtuale non serva per battere la Juventus.

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