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GAZZETTA DELLO SPORT Quattro gol alla Roma. Vola a +3. Mani sullo scudetto

Vidal

(L. Garlando) – E ora fogli di giornale sotto la maglietta e giù a tutta in discesa. Scollinato fischiettando l’ultimo gran premio della montagna 4-0 alla Roma,

quel che resta del campionato juventino è una picchiata verso il titolo. È vero che in curva una ruota può sempre scappare, ma il Milan ha forato e nelle prossime cinque giornate Conte affronterà avversari staccati dai 31 punti in giù. Può anche perderne una delle cinque e il Milan, pur vincendole tutte, arriva pari, ma secondo per gli scontri diretti. La Juve capolista, più che il manubrio, ora stringe lo scudetto: +3. Può solo gettarlo via. 

Progetto Conte Troppo ghiotto l’assist pomeridiano offerto dal Milan, per non sbranarlo subito. Se contro Inter e Napoli, la Juve aveva atteso un tempo per poi deflagrare, qui attende il tempo che impiega un raggio di sole a raggiungere la terra, 8 minuti, per portarsi sul 2-0. Li segna entrambi un meraviglioso Vidal. (…) Oggi Arturo Vidal è, dietro a Pirlo, il miglior juventino della stagione, anima del 3-5-2 che è diventato l’arma letale di Conte, maturata dopo gli stadi del 4-1-4-1 e del 4-3-3. Questo significa «progetto»: disegnare un’idea, migliorarla nel tempo con tanti piccoli accorgimenti e trovare la collocazione migliore per ogni giocatore. Il capolavoro di Conte sta tutto qui. Ha girato tante soluzioni offensive e alla fine ha trovato Quagliarella e Vucinic. Prendete Bonucci. Conte lo ha piantato al centro della difesa, anche a costo di pagare le sue sbavature difensive. Ma non ha voluto rinunciare a un secondo play, alle spalle di Pirlo. Per costruire di più. Questo messaggio positivo, di coraggio e qualità sta alle base della Juve in fuga.

 

Frullato Roma Al confronto, il progetto Roma, che abbiamo trattato spesso con simpatia, per il coraggio e la freschezza dell’idea, mostra la sua tara imbarazzante: non si è perfezionato nel tempo. Anzi. Dopo 33 partite sappiamo qual è la Juve di Conte ma non la Roma di Luis Enrique, che ieri ha gettato tutto nel frullatore e rovesciato in campo una poltiglia incomprensibile. Doveva essere la Roma della qualità? Lamela, Totti e Bojan in panca. Il 4-3-3 barcelloneggiante schema guida? Ecco qui un 4-2-3-1 in cui si rivede Perrotta che non era titolare da dicembre; Pjanic, l’interno che vede meglio la porta, esiliato a sinistra; allontanato dalla porta anche Borini, a destra; l’offensivo Marquinho arretrato a improbabile mediano davanti alla difesa. A cercare un senso col lanternino, si direbbe che Luis ha fatto ricorso ai giocatori più atletici, per fare densità in mezzo e tamponare Pirlo con Perrotta, ma ha cambiato troppo, in una volta sola. Il primo gol di Vidal sorprende una squadra completamente sbilanciata che sta ancora cercando di capire come schierarsi; il secondo arriva nella zona del tenero Marquinho che sta sfogliando il manuale del mediano prestatogli da De Rossi. Ecco, ci vorrebbe la tempra del capitano per rianimare un centrocampo così stralunato, ma Daniele è messo laggiù a fare lo stopper.

Centro di potere Troppo facile per una Juve così affamata ingoiarsi questa gelatina di Roma che al 28′ rimane pure in dieci per la parata di Stekelenburg alle gambe di Marchisio. Curci entrato per Borini para il rigore di Pirlo che parcheggia in rete la respinta. Il timbro sul 4-0 lo mette Marchisio nella ripresa e così sul tabellone si ricompone la mediana di Conte, vera forza della squadra: 26 gol su 57. Marchisio, capitan futuro fatto in casa, più le due idee vincenti del mercato, tanto per dare il giusto merito a Marotta e c. (…)

Euro-Vucinic La Juve imbattuta che, con la sesta vittoria di fila, ha conquistato la certezza della Champions senza preliminari, è pronta per l’Europa. Le basterà completarsi con un bomber dalle percentuali feroci e chiedere a Vucinic di essere sempre ispirato come ieri: è entrato in tutti i gol. Il salotto dello Juventus Stadium è già un fattore: 12 vittorie, come nessuno. Rispetto alla Juve, il Milan casalingo ha 9 punti in meno. La Roma, a 5 punti dal sogno Champions, dovrà interrogarsi seriamente sul progetto Luis Enrique: 13a sconfitta in campionato. Lamela deve imparare che sputare a Lichtsteiner non è la strada giusta per diventare grande. Totti è rimasta seduto, Del Piero ha giocato un spezzone. Peccato non averli visti insieme per l’ultima volta. Grazie di tutto.

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