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IL MESSAGGERO. Due campioni di coraggio e di gol

Francesco Totti

(P. MEI) – Buon per lei che non è al contingente che guardano i più. In questo scontro di civiltà, fra una forza attuale e una proiezione, si inserisce un di più: Italia-Germania. E’ un classico del pallone, è quel 4-3 del Messico che riportò per le strade il tricolore che tenevamo vergognosi nei cassetti, con l’amor di patria. L’amor di calcio fu più forte. Si sono trovate spesso di fronte, l’Italia e la Germania del calcio, i furbi e i panzer: talvolta si scambiavano tattiche e ruoli. Anche quella notte a Dortmund, luglio 2006, dove la Germania non aveva perso mai e invece perse, e l’Italia andò a Berlino a prendere, oltre alla testata di Zidane, la testa del mondo del pallone. C’erano tutti e due, quella volta: Klose e Totti, il tedesco di Polonia e il rugantino di Porta Metronia. Totti è l’amore eterno della Roma, Klose è il colpo di fulmine della Lazio alla Lotito, “palla a Klose e s’abbracciamo”, recita uno striscione.

I due hanno quasi la stessa età, Francesco due anni più di Miro, ed hanno numeri imponenti: Klose, per dirne una, ha segnato 14 gol nelle fasi finali d’un mondiale, il che gli ha fatto raggiungere la leggenda di Gerd Muller in casa Germania e ha il fiato sul collo di Ronaldo il fenomeno. Totti è non solo il miglior bomber di sempre nella Roma, ma anche il migliore tra quelli in attività italiana e tra quelli che hanno segnato con una sola maglia, sempre quella, giallorossa, che per Francesco è un’altra pelle. Giocano a calcio da quando erano ragazzini, ovviamente: mamma Fiorella lavorava ai ferri in macchina aspettando il pupo, mamma Barbara, invece, era una sportivona, nazionale di pallamano per la natia Polonia. Klose ha segnato gol molti più di quanti in genere non gli vengano riconosciuti sulla parola: uno che ne fa così tanti meriterebbe una considerazione assai maggiore, anche oltre le sciarpe dei suoi tifosi; Totti, che pure ne ha fatti a raffica, più ancora ne avrebbe potuti segnare se gli avversari non avessero spesso mirato più al polpaccio che non al pallone, e se fosse stato sempre di punta. Oggi si affrontano in questa piccola grande sfida nella grande piccola sfida che è il derby: Klose ci ha lasciato al 93’ del derby d’andata firmando la vittoria biancoceleste, Totti non c’era.

 

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