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CORRIERE DELLA SERA La Primavera e il modello spagnolo

Tallo, Politano, Viviani, Leonardi

(L .VADISERRI) –  Dodicimila spettatori allo Juventus Stadium e 20 mila all’Olimpico. La finale di Coppa Italia Primavera è stata un avvenimento, rovinato solo dai cori contro Pessotto per i quali Franco Baldini ha giustamente chiesto scusa a nome della Roma (club multato con 5 mila euro). L’ha vinta la squadra di Alberto De Rossi, nel segno di una continuità di risultati che ha pochi eguali. Ma c’è un risultato che ancora manca, a tutte le squadre giovanili italiane e alla Roma in primis perché ha giocatori di grande qualità: la possibilità di crescere fino a raggiungere il proprio limite. Un obiettivo dove si può arrivare solo giocando partite «vere», in campionati di serie B o C, come avviene in Spagna. La Federcalcio, con Arrigo Sacchi e Demetrio Albertini in testa, si sta battendo per questo, trovando forti resistenze in chi pensa solo un calcio miope fatto di parametri zero e giovani comprati già fatti all’estero. Il calcio del rosso in bilancio contro il calcio giallorosso del futuro

 

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