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REPUBBLICA.IT ”Nessuna emergenza sempre all’attacco”

Luis Enrique

Quando la Roma, nel pomeriggio, salirà sul treno ad alta velocità che la porterà a Firenze, da dove raggiungerà in serata Siena, potrebbe non sapere ancora a che ora scenderà in campo domani. La situazione, paradossale, è la conseguenze delle divergenze tra il club giallorosso e quello toscano sulla situazione climatica che ospiterà il match: “campo gelato, rischio infortuni, soprattutto pericolo per i tifosi che di notte torneranno a Roma con mezzi propri”, il punto di vista espresso a Lega Calcio e Siena. Che, a sua volta, contesta la quasi impraticabilità del fondo di gioco (“sarà agibile”) e le temperature previste: tra i -6 e i -8 gradi, per la Roma, non più di -2 per i padroni di casa. In attesa che la Lega Calcio, arbitro della querelle, eserciti il proprio ruolo come avrebbe dovuto fare da almeno due giorni, dando un orario certo per il fischio d’inizio, anche Luis Enrique si espone: “È un po’ strano che non ci sia stato un accordo veloce. Credo che si debba pensare al rischio dei calciatori e, dopo, allo spettacolo”. Difficile essere più chiari.

“NESSUNA EMERGENZA, GIOCHIAMO SEMPRE ALL’ATTACCO” – Ma lo spagnolo, prima che al campo, dovrà preoccuparsi di risolvere il rebus che riguarda la linea mediana. Perché Gago difficilmente potrà scendere in campo dal primo minuto (“Ha preso una botta, valutiamo oggi”) e il rischio, senza De Rossi, è quello di un reparto da ridisegnare. Non per Luis Enrique, però: “Nessuna emergenza, iniziamo in 11 contro 11, no? Ho Simplicio, Greco, non c’è emergenza possibile”. Già, perché anche Viviani è perfettamente recuperato e pronto a giocare del primo minuto: in fondo, fin dagli impegni estivi contro lo Slovan, ma anche contro la Juventus all’Olimpico, il sostituto naturale dei due registi più nobili, è stato il ragazzo cresciuto a Trigoria. Dovrebbe essere lui a completare il trio di centrocampo, con uno tra i due interni nominati dal tecnico e Pjanic. Nessuna rivoluzione, quindi. Anche se Luis Enrique, dopo il 4-3-3 puro mostrato a Catania, non esclude altre sorprese: “Io so solo che la squadra giocherà sempre all’attacco, la proposta non cambia, poi posso cambiare delle varianti. Il Siena ti può sempre mettere in difficoltà e in casa siamo stati molto fortunati, non meritavamo il pareggio con loro”.

OSVALDO SCALPITA, “MA NON È AL 100%” – Una settimana intera di allenamenti con il gruppo. La sensazione di sentire il fisico rispondere. Daniel Osvaldo, dopo uno stop di quasi 6 settimane, a Siena è davvero pronto al rientro. Lo conferma anche Luis Enrique: “Credo che Dani sia pronto per venire a Siena”. Anche lui lo conferma: “Voglio esserci”, ha detto a qualche amico. Una cosa, però, è salire sul treno e iscrivere il proprio nome tra quello dei convocati. Altra, indossare maglia e pantaloncini per scendere in campo dall’inizio: “Ho capito che i giocatori vogliono giocare sempre il prima possibile – spiega l’asturiano – ma decido io e lui non è al cento per cento. Un conto è lavorare da soli, un conto con la squadra, dove c’è più ritmo. E poi per qualunque infortunio lungo al rientro c’è sempre un rischio, e io voglio correrne il meno possibile”.

TOTTI FA 700, LUIS: “BELLO IL RUGBY, MA A ME PIACE IL CALCIO” –
 Se la situazione di Osvaldo è ancora da valutare, certamente partirà dall’inizio Francesco Totti: un giorno speciale per il capitano della Roma, che dopo aver raggiunto e superato Nordahl tra i goleador con un’unica maglia, stacca anche il traguardo delle 700 gare da professionista, tra Roma e nazionali. E che vorrebbe festeggiare con un gol in uno stadio in cui non segna da 7 anni. Ad aiutarlo, dovrebbero esserci nuovamente Borini e Lamela, nonostante traiettorie stagionali che marciano in senso opposto: Lamela protagonista proprio mentre l’ex Chelsea era ai box per infortunio, prima di prendersi la ribalta nel momento peggiore del talento argentino. Distinzioni che Luis non valuta: “Se voi dite che Lamela è quasi un diavolo e Borini è un “Dios”, io la penso al contrario. Nel mio calcio non vedo i singoli. I calciatori passano per momenti migliori o peggiori”. Un momento né migliore né peggiore, ma almeno intenso, è quello che ha passato ieri Luis Enrique alo stadio Olimpico per Italia-Inghilterra di rugby: “È stato bellissimo il rispetto di entrambi i tifosi per le due squadre, ma la palla rimbalza male – scherza – e io preferisco il calcio e la curva Sud. Ieri facevo il tifo per l’Italia, perché ormai sono ‘italianizzato'”. Solo sugli spalti, però.

 

 

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