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IL MESSAGGERO. “De Rossi non andrà via”

Daniele De Rossi

(U. Trani)«Daniele rimarrà alla Roma: è il mio pensiero». O semplicemente la speranza, sua e della società giallorossa. Luis Enrique, rilassato e disponibile, cambia atteggiamento. Non solo dedica poco spazio alla prima gara del 2012, oggi pomeriggio ore 15 all’Olimpico contro il Chievo, ma per la prima volta entra personalmente nella questione De Rossi. Sino a ieri non si era mai inserito «nel discorso privato tra club e calciatore» (parole di Lucho). Nella circostanza addirittura si dilunga. Più che allenatore, lui che in campo ci starebbe 24 ore su 24, è dirigente. Il suo è un messaggio alla piazza e indirettamente anche al centrocampista. Come se sapesse che l’offerta presentata al manager Berti non solo è all’altezza del campione, ma sta per essere accettata. Potrebbe aver anche avuto qualche informazione dal dg Baldini, di sicuro si fida dell’atteggiamento del giocatore. «Si allena con il sorriso, non vedo il pericolo». Luis Enrique offre la sua versione e rimprovera la precedente gestione societaria per non aver risolto quando avrebbe dovuto (e potuto) la situazione. «È un peccato arrivare a questo punto, uno del suo livello doveva aver rinnovato il contratto tanto tempo fa. E’ una posizione strana, la sua». Ma insiste, forte delle sensazioni raccolte in questi giorni. «Sono tanti i giocatori che non pensano solo ai soldi ma a dove si trovano bene e possono fare il lavoro in maniera più tranquilla. Tutti sanno cosa significa Daniele per i romanisti e la Roma per Daniele. Ecco perché non sono proprio preoccupato». Non ipotizza, quindi, una partenza a gennaio. «Chi lo dice? Non credo possa succedere. Nè adesso nè a giugno». D’accordo con Baldini, evita di pensare al sostituto di Osvaldo. Anche sul mercato in entrata si comporta da dirigente. Per non scoprire gli obiettivi, per non far alzare i prezzi. Scherza: «Io prenderei Messi. Da titolare. Perché se lo metto in panchina, si arrabbia e va via. Mi dispiace per Osvaldo, stava diventando un riferimento per la squadra. Ma può capitare. Per questo voglio costruire una squadra: così, quando succedono queste cose, sappiamo come sostituire l’infortunato. Non ho chiesto punte alla società perché, oltre ad aver recuperato Borini, abbiamo Caprari, Verre, Piscitella, Ciciretti e altri primavera. Del resto quando non ha giocato Osvaldo, la mia scelta non è stata Borriello. Alla società ho ricordato che vorrei una rosa con meno giocatori. Marco è andato alla Juve, ma se c’è la possibilità di ridurre ancora l’organico, non sarebbe certo un problema…». Sabatini comunque sta cercando la punta esperta da inserire nel gruppo. «Ai rinforzi pensa il club, perché è sempre giusto migliorarci. Non c’è fretta». Davanti ai nomi, da Amauri a Quagliarella, ribadice. «Io prenderei Messi». Pizarro, dopo la lite con l’asturiano, è tornato in Cile per problemi famigliari. Luis Enrique, per il momento, non lo scarica, almeno in pubblico: «È un calciatore della Roma. Tutti sanno che ho messo poche regole: quando non si seguono, ci sono conseguenze, perché siamo una famiglia. Ora è a casa, ha avuto il permesso dalla società e da me, mi auguro che risolva tutto. Quando ritorna vedremo quale sarà il suo pensiero. Continua ad essere uno di noi che si è quasi sempre comportato bene». Con lo stop di Osvaldo, sono 13 gli infortuni muscolari della Roma. Lucho non si sente responsabile. «Io non sono preoccupato. E’ il calcio, ormai sport durissimo. Per questo ai giocatori chiedo una vita quasi monacale: bisogna controllare l’alimentazione, fare attenzione agli orari e a tutto. E’ difficile, lo so: sono giovani. Ma devono vivere con professionalità. Osvaldo si è fatto male con un colpo di tacco, uno dei gesti più pericolosi». Vero, c’è pure il Chievo. Che Luis Enrique non sottovaluta. «La sosta è stata una cosa positiva, anche se eravamo nel miglior momento della stagione. Ricominciamo con una gara complicata: questi avversari si chiudono bene e sono bravi a ripartire. Faranno una grande partita, come contro la Lazio. Noi, però, dobbiamo continuare con la stessa voglia e la stessa ambizione. Mi aspetto una motivazione incredibile».

 

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