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FAIR PLAY FINANZIARIO. Traverso: “Il 90% delle squadre è già in regola”

Stadio Olimpico

«Facendo una stima dei bilanci del 2008, 2009 e 2010, 22 paesi avrebbero almeno un club con deficit superiore ai 5 milioni, quindi in teoria fuori dello scostamento naturale previsto dal fair play finanziario voluto dall’Uefa. E sarebbero 13 i club che andrebbero oltre i 45 milioni. Comunque il 90 percento delle squadre avrebbe superato l’esame del break-even».

È l’analisi fatta da Andrea Traverso, Responsabile delle licenze per Club Uefa, durante il seminario a Coverciano Ussi-Figc, parlando del fair play finanziario introdotto dalla Uefa. Il nuovo regolamento che è stato approvato nel 2010 è collegato al sistema delle licenze che coinvolge 733 club di prima divisione, ma sono circa 650 i club che ogni anno richiedono la licenza. Mentre il processo di monitoraggio per i club qualificati alle competizioni viene svolto per 235 club. Dal 2006 al 2010 le perdite nette dei club sono oltre il miliardo e mezzo di euro. «La regola del pareggio di bilancio è quella centrale di tutto il nuovo regolamento Uefa. Una società non deve spendere più di quello che guadagna. La forza della norma sta nella sua semplicità», ha spiegato Traverso che ha poi fatto un esempio pratico, spiegando delle piccole vie di fuga. «Il Manchester City ha presentato una perdita molto elevata ma che può essere corretta da una serie di costi che possono essere sottratti, dalle spese in infrastrutture, per il settore giovanile o la beneficenza. Da questo punto di vista ci si muove in favore delle società», spiega il Responsabile licenze Uefa.

«La valutazione viene fatta da un minimo di tre ad un massimo di cinque anni. È stato introdotto il concetto di deviazione accettabile, scostamento naturale di 5 milioni di euro. Non sarà più tollerata la ricapitalizzazione degli azionisti per società che sforano i 45 milioni nei primi due anni», aggiunge Traverso che spiega anche le nuove sanzioni che saranno introdotte dalla «restrizione nelle liste dei giocatori, al divieto di registrazione degli acquisti, alle trattenute su premi Uefa». Il mondo del calcio comunque è in crescita con 12,8 miliardi di fatturato dei club di prima divisione. «Rispetto al 2009 la crescita è stata del 6,6 percento, ma in Inghilterra il fatturato medio per squadra è di 134 mln di euro contro i 79 dell’Italia. Se si escludono gli introiti tv l’Italia ha un calo del 6 percento mentre l’Inghilterra un + 48 %. Le spese per stipendi invece è aumentato del 68% in Inghilterra contro il 72% in Italia, non si può andare avanti così». Le perdite comunque nel calcio ci sono e sono sempre più ingenti. «Si è passato da perdite di 200 milioni a 1,6 miliardi, dal 2006 al 2010. E i 10 club che in Europa spendono di più, spendono il 96 percento in più dei 10 club che li seguono -aggiunge Traverso- situazione particolarmente importante in Inghilterra dove la spinta inflazionistica verso l’alto è stata generata dall’arrivo di Abramovich nel 2004 al Chelsea»

Fonte: Adnkronos

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