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PAESE SERA. Roma, tra scintille e felicità

As Roma

(L.Serafini) – Per un argentino che si gode la nuova esperienza romanista, Fernando Gago,  ce n’è un altro che tranquillo in questi giorni non lo è sicuramente. E ci riferiamo a Gabriel Heinze. Per il primo si tratta di una vera e propria rinascita: dopo anni di buio, panchina, e minutaggi pari a quelli di un primavera che si affaccia alla Serie A, ora Gago ha ritrovato una maglia da titolare, la nazionale, e un rendimento costante e di alto livello. Merito di Franco Baldini, che dopo averci creduto la prima volta portandolo a Madrid, ha capito che quel talento sotto le vene dell’argentino era solo sopito, e  che Roma poteva risvegliarlo. Scelta azzeccata per ora.  Lo è in parte anche quella di Heinze, che ancora non è riuscito però a trovare un rendimento costante. Anche a causa di un impiego a singhiozzo: con il Milan è entrato per sostituire Juan, con il Novara non ha giocato. Di mezzo, uno screzio con Luis Enrique.
GAGO SORRIDE– Il tormentone prima e dopo l’arrivo dell’argentino era: De Rossi o Gago? De Rossi e Gago? La risposta l’ha trovata Luis Enrique: De Rossi e Gago.  Una coppia di centrocampisti, che non solo funziona bene, ma che permette di poter scambiare le posizioni dei due giocatori in base alle necessità. L’argentino si gode il buon momento con la Roma, che lo ha portato a riconquistarsi un posto in nazionale.«Il passaggio da Madrid a Roma è andato proprio bene – ha detto parlando a Radio La Red-. Finalmente ho ritrovato il ritmo partita, che nel Real mi era mancato». Tanti i minuti giocati finora, le ultime cinque gare da titolare come De Rossi e Stekelenburg. Ora con la nazionale cambierà posizione, ma per Gago non rappresenta motivo di preoccupazione : «Non è un problema, ho giocato nella stessa posizione e nel medesimo sistema in Coppa America. Sono abituato, anche perché alla Roma ho fatto lo stesso lavoro.Giocando più stretto e con un laterale difensivo molto largo che mi aiuti sulla fascia mi sento molto comodo. In più ho maggiori possibilità di arrivare in porta. Far parte della nazionale è qualcosa di unico, si spera sempre di esserci, amichevole o eliminatorie che siano». Non c’era solo la Roma quest’estate, sulle tracce del giocatore. Messo sul mercato dal Real Madrid, anche il Boca Juniors si era fatto avanti per riportarlo in Argentina. «Tornare al Boca? Sì, c’era questa opzione. Avevo voglia di andare Buenos Aires perché, al di là degli aspetti calcistici, avevo bisogno di stare con la famiglia. Poi invece non se n’è fatto niente e la Roma ha avuto il merito di credere in me. Non giocavo da un anno, avevo fatto solo due partite in Coppa America e ora fortunatamente le cose stanno andando bene».
SCINTILLE A TRIGORIA – Non chiamatelo “primo caso” negli spogliatoi della Roma. Perché non è il primo, e probabilmente non sarà l’ultimo. Naturale in una squadra ricca di giocatori di grande personalità, gestita da un tecnico severo e schietto. Gli screzi tra Gabriel Heinze e Luis Enrique sono nati nella pancia dell’Olimpico, dopo la sconfitta contro il Milan. Un commento stizzito del giocatore sulla disposizione tattica della  difesa, giunto alle orecchie dell’allenatore, ha creato parecchio malumore tra i due. Non a caso l’argentino non è stato schierato nella partita contro il Novara. Da Trigoria fanno sapere che l’allarme è rientrato, che tutto è stato chiarito per ora. Le immagini di sabato sera sembrano confermarlo: al gol di Bojan, lo spagnolo è corso ad abbracciare Heinze, raggiunto poi da tutti i compagni.

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