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IL ROMANISTA. “Entro il 2013 la prima pietra dello stadio”

Tom Di Benedetto

(Il Romanista) Presidente Marco Pomarici, il primo ricordo di un derby. Diciamo che il primo ricordo non lo ricordo visto che probabilmente era nell’anno del loro scudetto. Ecco diciamo che ricordo bene quelli vinti con De Sisti e Prati nel 1975. Comunque anche l’anno prima gli facemmo vedere i sorci verdi.

Quanto c’è di retorica nella sua fede romanista? Cioè è romanista solo perché un politico deve scegliersi una fede calcistica? No, no, io sono un romanista vero. Non scherziamo. A casa avevo la camera tappezzata di immagini della Roma. Quando vincemmo lo scudetto avevo 16 anni. Mi ricordo un mio compagno di classe che aveva tanto di quel materiale della Roma, che finii per innamorarmi ancora di più. E facendo anche innamorare tutta la mia famiglia. Tale era il mio entusiasmo. Mi ricordo quando in montagna ci fermammo a Riscone di Brunico, quando la Roma era in ritiro. Non c’era Bruno Conti, fresco vincitore del Mondiale. C’era Ancelotti, reduce dall’infortunio, c’era Sebino Nela, c’era il Barone, Spinosi, Rocca. Ricordi bellissimi. Ricordo quando chiesi a Spinosi se si erano allenati perché pioveva e lui che mi rispose: «Ragazzo perché tuo padre non va a lavorare quando piove?». Questo per dirvi quelli che sono i miei ricordi

Com’è oggi il tifo a Roma? Venti anni c’era un tifo molto più partecipativo, era un po’ tutto un’altra cosa Anche se è sempre la Curva Sud a fare la differenza. Prima, col Commando Ultrà Curva Sud c’era una visceralità maggiore.

Oggi allo stadio si va senza fumogeni, senza striscioni, né megafoni e con la tessera del tifoso. Credo si debba distinguere fra fumogeni e megafoni. I primi possono anche essere usati per coprire situazioni poco chiare all’interno dello stadio. Belli a vedersi, non c’è dubbio, ma pericolosi sotto il profilo della sicurezza. Per i tamburi il discorso è diverso, è la musica del tifo, come i megafoni. Io non sono contrario a megafoni e tamburi allo stadio, per esempio.

E gli striscioni? Devono essere controllati prima. Putroppo nello stadio è entrata la politica, anzi la politica estrema: dall’estrema sinistra all’estrema destra coi loro simboli che non hanno niente a che vedere col calcio. Questi provvedimenti restrittivi sugli striscioni servono a tutelare i tifosi dagli estremismi politici. Però certo gli striscioni sugli sfottò, quelli ci devono essere. Sono il sale, per esempio del derby, ma ci vuole un controllo.

Domenica la Tevere sarà quasi vuota, piena solo di laziali con la tessera del tifoso. Allo stadio sono stato spettatore di assalti tra le tifoserie in tribuna Tevere. Una vergogna. Devono essere presi dei provvedimenti. Si dovrebbero prendere solo i colpevoli creto, ma con una massa tale di gente che si picchia, chi si prende? E a chi mi dice che gli scontri avverranno comunque, dico che se limiti i contatti all’interno dello stadio no.

Franco Baldini si augura uno stadio senza tessera del tifoso, né polizia, perché la presenza stessa delle forze dell’ordine in assetto di guerra in uno stadio suggerisce che il conflitto è una certezza più che un’eventualità: la forma fa anche il contenuto. Quando arrivano allo stadio sessantamila persone e dovessero esserci degli scontri, poi come si fa? Intorno allo stadio prima delle partite viene sequestrato di tutto: mazze e botti di ogni genere. Bisogna ragionare su questo, non prendere acriticamente le difese del tifo. Le mele marce si sono. E ne bastano poche per aizzare gli animi. Certo bisogna avere coraggio per fare qualcosa che vada verso uno stadio “libero”, ma ci vuole coraggio anche nell’assumersi le responsabilità, e quella più grande e importante è cercare di evitare che succeda qualcosa di grave e sbagliato all’interno di uno stadio.

Come vorrebbe che fosse uno stadio? A cielo aperto, con famiglie, anziani, bambini e tifosi. Con le tifoserie all’interno di un medesimo spazio che possano dirsele di santa ragione. Il problema è la scintilla che scatta. Quali potevano essere stati i provvedimenti che dovevano essere presi per evitare gli scontri. Mi piacerebbe avere uno stadio, un nuovo stadio che permetta ai cittadini di stare a 4 metri dal giocatore, che favorisca il calcio. Senza creare alcun problema. Anche per questo sono favorevole alla costruzione di uno stadio di proprietà. E quello nuovo della Juventus è un modello.

La costruzione dello Stadio, l’area è stata individuata? Ne sono uscite alcune ma non sono state scelte ancora. L’amministrazione unitamente al Presidente dell’As Roma, Thomas Richard DiBenedetto la sceglierà in funzione della mobilità. Putroppo all’Olimpico grandi problemi di traffico e parcheggio. La società e l’amministrazione sono impegnate in un percorso che porti nel più breve tempo possibile all’iter per autorizzare lo stadio.

Il primo incontro fra DiBenedetto e il sindaco. Che cosa si sono detti? Due cose, tra le altre, sono emerse: Totti deve essere il calciatore e l’uomo da tutelare nella Roma e che l’amministrazione avrebbe avuto grande attenzione alla costruzione del nuovo stadio. E su questi due punti c’è stata immediatamente massima sintonia.

Ma si farà veramente questo stadio? A Roma sono decenni che se ne parla e non è mai successo niente. Sì, stavolta si farà. Ne sono assolutamente convinto. E doppiamente. Da tifoso ti dà la possibilità di far vivere lo stadio sette giorni su sette. Da amministratore avrei il vanto di poter dire che ho fatto partire dell’iter per autorizzare la costruzione dei due stadi, della Roma e, diciamolo pure, della Lazio.

La leggestadi sarà approvata a breve. Sì. Questa amministrazione ha snellito le procedure. Ci sarà massima attenzione a questo progetto che andrà a sminare una serie di problemi che pesano sulla città tutte le domeniche a Roma Nord. Non per portare altrove il problema, ma per risolvere. Nel momento in cui sarà varata la legge sugli stadi sono certo che anche il ministero dei Beni Culturali si muoverà rapidamente per dare i suoi pareri. C’è una sinergia tra amministrazione locale e governo nazionale.

Il sindaco Alemanno promise lo stadio in campagna elettorale. E lo ha ribadito di recente. Era ed è nel nostro programma.

La prima pietra entro il 2013? Io lo spero, anzi io ne sono assolutamente convinto.

Presidente, che ne pensa dell’attacco del Giornale al Romanista? Se la normativa prevede che ci siano finanziamenti dei quotidiani che escono in modo sistematico e che portano avanti un loro progetto, anche sportivo, non vedo il motivo di non riconoscere quello che viene riconosciuto anche ad altri. Il Romanista è un giornale serio, costruito giorno dopo giorno da persone serie.

Per chiudere: un pronostico per il derby? Direi proprio di no.

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