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La Repubblica Gravina svolta, intesa con Tommasi. Sibilia resiste

damiano tommasi

(F. S. Intorcia) L’incontro di ieri fra Gabriele Gravina e Damiano Tommasi a Roma nella sede dell’Assocalciatori può aver sbloccato lo stallo nella corsa alla presidenza della Federcalcio. «Abbiamo punti di programma in comune, la strada è il dialogo» hanno spiegato in una nota congiunta. Raggiante Gravina: « C’è grande soddisfazione, non saranno vanificati due anni di lavoro insieme» .

L’intesa prevede la convergenza delle preferenze già dalla prima votazione, senz’attendere il ballottaggio, sul candidato più forte dei due. Quale, lo decideranno i sondaggi con le altre componenti. Gravina conta sul 17% della sua Lega Pro, ha fatto breccia nel fronte Cairo in Lega di A, può pescare voti in B. Tommasi parte dal 20% dei calciatori, da sindacalista ha meno appeal sui “ padroni”. Gli arbitri, con il 2%, si asterranno finché i candidati resteranno tre. E il kingmaker sarà di nuovo Ulivieri: con il voto degli allenatori pesa il 10%, a marzo fece eleggere Tavecchio.

Gravina ha allungato il passo: «io, Tommasi e Ulivieri siamo il fronte riformista » e attaccato « il personaggio imprevedibile» che sostiene Cosimo Sibilia, cioè Lotito. Irritato Sibilia, che ha il 34% dei Dilettanti e la maggioranza in A e B: «La patente di riformista non può darla nessuno». In serata ha parlato con Tommasi: si incontreranno domani per un accordo alternativo, lunedì l’Aic scioglierà le riserve nel direttivo a Milano.

Nelle stesse ore l’assemblea di Lega di A, prima di assegnare i diritti tv, avrà ancora una chance per rinnovare la propria governance. Un passaggio chiave anche per i destini della Figc: qui la Serie A esprime tre consiglieri, ma per tutto il Tavecchio-bis ha il consiglio monco. Il Coni non intende tollerare oltre l’anomalia. Il presidente Malagò è passato dal furore di novembre, quando brandiva l’arma del commissariamento, al gelo amaro di ora, nel rispetto della neutralità che il ruolo gli impone: «Si sapeva perfettamente che questa era la situazione che si sarebbe creata. E puntualmente si sta andando avanti. Lo dico con malinconia e dispiacere». Il giorno del voto in Federcalcio il capo dello sport non ci sarà.

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