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Tavecchio: «Ora troviamo la forza per riunirci»

Tavecchio

(E.Bernardini) – L’applauso è di quelli caldi. Fuori qualcuno esulta. Tavecchio ha la faccia stravolta, segnata dalla febbre alta che lo ha colpito da ieri mattina. Poche parole subito dopo la sua elezione, poi ha preferito andare subito in stanza. Non ce l’ha fatta a salire sullo scranno e a fare il consueto discorso. Ma le poche frasi hanno comunque toccato le corde giuste: «Normalmente in questi casi ci si divide, ma con la stessa forza con cui ci si divide ora bisogna trovare la forza per unire. Voglio dare atto ad Abodi della sua correttezza», ha detto riferendosi al suo sfidante sconfitto. «Vittoria risicata a livello percentuale? Se a voi sembra risicata… Sono sicuro di aver fatto il mio dovere, ho detto quello che potevo fare, gli impegni che possono mantenere, niente di più. Da oggi una federazione ancora più unita? Lo spero» ha concluso il neo presidente.

Sguardo triste non potrebbe essere altrimenti per Abodi che dentro sente tanta rabbia per il modo in cui è maturata la sconfitta: «Il mio futuro? Domani (oggi) è il mio compleanno e farò una partita di calcetto. Poi devo capirlo, mi sono dimesso e ho sempre rispettato i miei impegni. Gran parte del futuro è nelle mie mani e un altro pezzo è in chi deve valutare la mia competenza, magari non in questo sistema ma in un altro contesto. Adesso inizia un’altra vita, auguro a Carlo (Tavecchio, ndr) e alla Federazione di fare tesoro anche di questo confronto», ha detto l’ex numero uno della Serie B, molto amareggiato per il comportamento tenuto dagli arbitri. I fischietti, per bocca del loro presidente Nicchi, non si sono scomposti: «Abodi amareggiato? È comprensibile, quando si perde non si festeggia». Il numero uno dell’Aia è stato rimproverato per la mancata riconoscenza alla lega di B: «E secondo voi la riconoscenza a Tavecchio non era dovuta? Io credo che Tavecchio l’abbia meritata, dopodiché l’Aia ha dimostrato ancora una volta che è autonoma, leale e prende le sue decisioni in totale libertà».

fonte: Il Messaggero

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