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GAZZETTA DELLO SPORT Da Buffon a Balo: è l’ora X. Non fare scherzi, TikItalia

Cesare Prandelli
Cesare Prandelli

(L. Garlando) – Torna in campo la TikItalia che ha stordito l’Inghilterra palleggiando, che ha stabilito il record mondiale di passaggi completati (93,2%), che ha corso più di tutte (Germania a parte), che ha inchiodato alla tv 15 milioni di italiani e che ha un Buffon in più. Ma diciamolo sottovoce che poi finisce come l’Olanda con l’Australia. I tulipani se la sono tirata da fenomeni dopo la «manita» alla Spagna mondiale e quasi ci lasciano i petali contro i canguri. È un monito anche per noi: dimentichiamo le colate di miele e concentriamoci sulla Costa Rica che è un ostacolo più serio di quanto suggerisca il 28° posto Fifa e non solo per come ha sculacciato Cavani. Tatticamente granitica (5-4-1), ben organizzata, ha grande corsa e buona esperienza: solo Umana e Tejeda giocano in patria, i più sono passati da club del nord Europa (Norvegia, Danimarca, Svezia). Ne deriva un interessante mix di tocco sudamericano e calcio fisico. E la vittoria dell’Uruguay, che ci aspetta tra quattro giorni, non ci consente passi falsi.

Difesa Prandelli si trascina fino al match il dubbio Barzagli (eterna tendinopatia), ma prima di rimuovere la sua roccia, abituata a convivere con il dolore anche con la Juventus, ci penserà duemila volte. Ieri Barzagli stava meglio: più sì che no. Dovesse invece svegliarsi con il dolore, dentro Bonucci al fianco di Chiellini che cede la fascia sinistra a Darmian, più reattivo nella corsa. Qui attaccherà infatti Gamboa, terzino del Rosenborg, che contro l’Uruguay ha toccato il picco più alto di velocità: 30,13 km/h. Nessuno degli azzurri è arrivato a tanto contro l’Inghilterra. Gamboa si sovrapporrà a Ruiz, esterno negli ultimi mesi al Psv Eindhoven, che ha attrezzatura da prima punta come raccontano i 24 gol al Twente (2009-10). Infatti Ruiz si scambia spesso la posizione con Campbell, pantera dell’Olympiacos, talentuosa stella della squadra, che parte da destra per armare il sinistro. Ecco, leggere male i continui scambi tra i due vorrebbe dire esporsi a pericoli. Sull’altra fascia, Bolanos converge per dettare tra le linee e lascia spazio a Diaz, che lavora in Bundesliga (Mainz) e ha buon piede da cross. Anche Abate, debuttante al Mondiale, avrà molto da tamponare.

Centrocampo La mediana azzurra avrà vita tatticamente più dura che con l’Inghilterra perché troverà più pressing e più densità. La squadra di Hodgson si lasciava sorprendere spesso con i soli Gerrard ed Henderson davanti alla difesa, e infatti Darmian e Candreva hanno infierito sulla fascia destra. Sarà più difficile oggi perché la Costa Rica, anche quando passa al 3-4-3 in fase di possesso, alzando terzini ed esterni, mantiene sempre una buona copertura delle bande. Più difficile anche per Pirlo impostare con la libertà concessa dall’Inghilterra che si ritirava subito. Il giovane Tejeda è un cagnaccio che gode a mordere in pressing. Borges, fisicaccio, ma anche tecnico, corre in avanti per sfruttare il buon tiro. Magari non riusciremo a ripetere il 93% di passaggi esatti, ma è qui che dovremo vincere ancora la partita: se riusciremo a tessere il nostro fraseggio e a dettare il ritmo delle danze, gli entusiasti costaricani potrebbero deprimersi e sprecare energie correndo a vuoto. Acquistiamo l’esperienza di Thiago Motta, ma perdiamo il dinamismo di Verratti, bravo ad accorciare in avanti e a offrire triangoli in ogni zona del campo. Con Thiago dovremo evitare il rischio di restare troppo bassi nell’impostazione. Ancora più importante quindi il lavoro di Candreva e Marchisio, sarti della mediana, che devono cucire i reparti e tenerli connessi.

Attacco Presente la difesa del Genoa? Gasperini pretende che uno dei tre sia un terzino (Antonini, Marchese), abituato a spingere, per farlo uscire in pressing. I tre del Costa Rica, Duarte, Gonzalez e Umana, sono invece tre centraloni veri, abbastanza legnosi, che alzano volentieri la linea. Infatti il baricentro della Costa Rica (48,3 metri) è stato più alto del nostro (46,2). Significa che lasciano spazio alle spalle e che in quegli spazi Balotelli, molto più veloce, può deflagrare se pescato da un lancio lungo di Pirlo. Quindi, prima opzione: palla sopra. I tre centraloni non scivolano a copertura delle fasce. Perciò quando Gamboa e Diaz fluidificano, si possono creare occasioni molto ghiotte per le ripartenze larghe. I 119 palloni persi contro l’Uruguay (noi soltanto 81) sono un invito a pressare, senza illuderci troppo. La loro fase difensiva è comunque tosta: 3 soli tiri concessi a Cavani e soci, più palloni recuperati dell’Italia (45 a 41). Panchina Per esasperare la ricerca di queste due opzioni (palla sopra e fasce), Prandelli, a partita in corso, può scatenare Immobile, nato per aggredire la profondità, e Insigne, abile a ferire ai fianchi. Non a caso, nei giorni scorsi a Mangaratiba, il c.t. azzurro ha allenato un tridente intrigante: Immobile, Balotelli, Insigne. Ma la prima pietra della costruzione dovrà essere etica: l’atteggiamento. Dimenticare i complimenti, convincersi di essere ancora nella foresta di Manaus e soffrire come sabato per venirne fuori. Come se Campbell fosse Rooney. Alle 13 di ieri, cioè all’ora della partita di oggi, Gigi Buffon studiava il sole dai pali dell’Arena Pernambuco, come un capo indiano pronto a tornare in battaglia.

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