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IL TEMPO Garcia: “Ora siamo una squadra”

Rudi Garcia

(E. Menghi) Sei anni fa Spalletti, oggi Garcia.La Roma non vinceva le prime due partite di campionato dalla stagione 2007/2008 e il caso vuole che fu 2-0 al Palermo e 3-0 al Siena, stavolta due gol al Livorno e tre all’Hellas Verona. Il copione è lo stesso e le formazioni iniziali si somigliano, non per uomini, ma per tipologia di calciatori: nessun rapinatore d’area, ma tre attaccanti capaci di non dare punti di riferimento.«Abbiamo tre centravanti: Totti può giocare là, non è uomo d’area di rigore, ma va bene se ci sono due giocatori veloci sulle fasce, c’è Borriello con quelle caratteristiche e Destro, che aspettiamo. Io – specifica Garcia – gioco con tre attaccanti che hanno la possibilità di cambiare posto per dare incertezza alla difesa avversaria». Una filosofia che per essere attuata al meglio ha bisogno di una mediana solida e, soprattutto, dai piedi buoni assicurati da De Rossi, Pjanic e Strootman: «Per il mio gioco il centrocampo è fondamentale, abbiamo giocatori forti, però – sottolinea il tecnico – non dimentico che abbiamo anche Bradley, che a Livorno ha fatto una partita enorme».

Ma un reparto solo non basta per creare il meccanismo perfetto: «Ho detto ai miei che dobbiamo agire da squadra, aiutare il compagno. Quando c’è la gioia di difendere e attaccare insieme possiamo fare belle cose». Nel primo tempo se ne sono viste poche, ma uscita dagli spogliatoi la Roma ha cominciato a girare: «Abbiamo deciso di iniziare forte, però con il caldo non era una buona cosa. Dovevamo giocare più di prima, con pochi tocchi, ma quando non ci sono spazi non è facile trovare soluzioni. Il lavoro del primo tempo era però importante per il secondo, perché sapevamo che il Verona fa bene in difesa ed è veloce in contropiede. L’equilibrio di squadra mi è piaciuto. Il primo gol è sempre il più importante in questo tipo di partite. Il secondo di Miralem è bellissimo, il terzo di Ljajic mi piace perché è importante per lui».

Esordio convincente quello del serbo, partito dalla panchina che tanto detesta. La prossima volta proverà ad esserci fin dall’inizio, anche se Garcia in conferenza stampa ci tiene ad evidenziare la prestazione dell’esterno che ha voluto strappare all’Arsenal: «Sono contento di Gervinho: è veloce, ha l’uno contro uno nelle sue qualità, ed è importante avere giocatori che sanno fare il dribbling». Di strada fare ce n’è ancora molta, ma l’entusiasmo, pure in uno stadio semi-vuoto, sembra già salito: «È un buon inizio, ma dobbiamo essere umili perché la stagione è lunga. La Sud chiusa non mi piace, ma alla prossima saranno tutti là e sarà importante per noi. Quando i tifosi vedono come la squadra lavora ed è combattiva, determinata, la gente la riconosce».

La parola «mercato» resta tabù per Garcia, che se la cava con una battuta: «Che vuol dire mercato?». E al nome di Quagliarella non batte ciglio: «Della Juve mi piace l’animo collettivo, io sono contento con i miei giocatori. Parlerò con Sabatini per capire se c’è ancora qualcosa di possibile, manca ancora un giorno. Ora conta solo la vittoria».

Anche perché è la seconda consecutiva e la storia dimostra che la Roma non ci è abituata. Totti lo sa bene: «Erano diverse stagioni che non partivamo raccogliendo 6 punti in due partite: è un inizio positivo e per ora è giusto essere soddisfatti. Durante la pausa di campionato dovremo lavorare bene e mantenere alta la concentrazione in modo da affrontare al meglio prima il Parma e poi il derby». Lui già ci pensa.
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